Marthe – Further in Evil (Southern Lord, 2023

Forse non c’è soluzione migliore dell’ascoltare un disco che fa dell’oscurità una delle sue armi principali nel cuore della notte. Capita così con il primo lavoro lungo di Marthe per Southern Lord, che iniziò in cuffia alla 01:30, un freddo che entra discretamente nelle ossa, la sua chitarra che cauta di aggira su quelli che parrebbero essere tamburi dall’oltretomba. Ma basta poco, giusto 02:30 prima che I Ride Alone esploda letteralmente. È la furia, grida soffocate dal frastuono. L’impressione di assistere ad un rito purificatore attraverso il fuoco e la cenere. Marzia Silvani, bolognese, viene dal punk e per molto tempo ha visto la sua espressione musicale come diretta emanazione politica. Further in Evil ha un’energia dirompente e sembra suonare sulle macerie lasciate da una società ormai fagocitata da una natura che sta scomparendo. Sembra di assistere al successivo passo evolutivo dopo l’uomo, dopo la natura. Una massa sonora che tutto trascende e tutto ripulisce, in purezza d’energia.
Passata dai Giuda ai Death from Above, ora attiva negli Horror Vacui, si fa valere con un rantolo vocale che tutto spazza e che tutto slabbra, in una Death to You che di certo un brivido alla schiena a chi se la sia meritata l’ha provocata. Suono pastoso e pesante, mobile e sferzato dagli acuti minatori lanciati dalla nostra. La title track ed il relativo video giocano con suggestioni che dal gotico si spostano al desertico appesantendosi sempre più, con una verve punk che non fa prigionieri. Anche Victimized gira a mille, rulli di tamburi ed un andazzo doom stoner, voce sporca che sembra uscita da una rettile ed un riff che sembra non volersi spegnere mai. Ci sarebbe quasi da avere paura se non fossimo sicuri di avere già chiuso le porte ed essere al sicuro. Quando poi Marzia sfodera un cantato clean in To Ruined Altars una verve ‘70-‘80 si presenta alla porta, interrotta soltanto dalle sue medesime urla poco più avanti. Further in Evil si chiude con Sin in my Heart, suoni sospesi e canti come sirene che curano i valichi fra la vita è la morte al largo dei flutti. Come entrare nell’oscurità e vedere che succede, di sicuro anche in fase diurna saprà farsi valere, intanto segniamo sui taccuini, sottolineata in nero.