Karl Bartos – the Cabinet of Dr. Caligari

Karl Bartos alla veneranda età di 71 anni ha tirato fuori dal cilindro un disco speciale, un disco potenzialmente bellissimo. Partendo dalla pellicola di Robert Wiene (che è arrivata a passare il secolo di vita, 104 anni per la precisione, senza perdere un’oncia del suo fascino) decide quindi di sostituirsi allo spartito di Giuseppe Becce per una sua personale rivisitazione in ben 37 stralci musicali. Il suono prospettato dal tastierista è antico, sembra uscire direttamente da un organetto, piccoli strumenti ed accorgimenti che ci fanno perdere il piano temporale trasportandoci ad inizio secolo, in scorci pieni di vita e di colore come la meravigliosa Full Of Life. Ma citare un brano oppure un altro di sicuro non è la via migliore per godersi un’avventura come questa, puro cinema per le orecchie che recupera il gioco nella sua accezione più pura. La sorpresa, lo sgomento, la gioia e la risata…la noia? Già, che dopo poche tracce, molto belle, sembra che i sistemi vengano ripresi pedissequamente per il resto del disco, portandoci ad una faticosa gestione dei tempi e delle tracce. Calcolando che il tour de force si compone di circa 40 minuti e che questa inizia a far capolino abbastanza presto, il sentore è che dietro il bello spunto ci sia poco e che il gioco a volte non sia sufficiente per fare un bel disco.
Peccato, che i momenti di tensione non mancano ma si disperdono nel minutaggio. Qualcuno potrebbe obiettare che è la mancanza delle immagini a rendere sterili queste soluzioni, ma credo in realtà sia un semplice problema di metratura, con un’ispirazione che fatica a tenere il passo per i 77 minuti del lungometraggio riducendosi all’utilizzo di canovacci che arrivano, stancamente, all’epilogo.