Juju – Apocalypse Is a God’s Spoiler (Fuzz Club, 2024)

Ascoltato dopo il suo disco come Herself Gioele Valenti ci trasporta in un altro mondo insieme a Juju, soltanto un’altra delle sue espressioni psichedeliche. È un viaggio speziato ed iniziatico quello di Apocalypse Is God’s Spoiler, che si muove fra le righe di una musica che parte da certo rock prendendosi le libertà che una coscienza ampliata gli permettono. Acuti nell’iniziale Dead at 25 che punteggiano un ritmo grasso e r’n’r suadente e sudato, con una voce che si sposa torbidamente con il tessuto sonoro. La base strumentale sembra essere un’ipotetica asta del microfono, attorno alla quale Gioele balla e si struscia, nelle moine più vecchie del mondo, quelle che da sempre lascivia e musica ha unito in tutt’uno con il rock’n’roll, sentetevi la tribale Black & White se non ci credete. Ma non di solo sangue e viscere si muove Juju, che riesce a librarsi con quello che sembra un raga che ad attorcigliarsi su se stesso in una Saint vs Traitor che sembra purificarci attraverso la sua trance. Juju, nella persona di Gioele, sembra essere in grado di apparecchiare un intero menù con le giuste sfumature del caso. In Doomed Love, complice Luca Giovanardi, non sembra essere molto lontano da certi Rolling Stones sotto acido, ma c’è spazio anche per la ferina Wild Life e per una chiusura dove ricompare Chad Channing, batterista passato dai Nirvana prima dell’arrivo di Dave Grohl. Ancora una volta c’è intensità e leggerezza, con Gioele a volare letteralmente sopra al mondo, Chad e noi con lui. Se apocalisse dev’essere, in fondo, viverlo a questi ritmi sembrerenne più il giusto finale di un rituale, forse quelle proprio della nostra esistenza.