Herself – Spoken Unsaid (Urtovox, 2024)

Da circa 20 anni Gioele Valenti esplora gli orli che dividono cantautorato, folk e psichedelia. Lo ha fatto da solo ed in compagnia, in questo caso è solo, Nicola Giunta alla copertina e Carl Saff al master. Ma va benissimo così, che il suo veleggiare fuori dal tempo e dalla terra lo porta a comporre brani pop preziosi e colorati. Il disco si apre con una strumentale, Nostos Algos, che è puro cinema per le orecchie e tinge di drammaticità e sentimento l’incipit.

Ma quando si sente la chitarra e la voce di Gioele si sente la vicinanza con certo mondo statunitense, quello popolato da artisti outsiders bel legati al nostro cuore, come E ad esempio, ed il suo saper colorare drammi in comics, oppure ricordi di California psichedelica in San Francisco Bay.

La Voce di Gioele è calda ed espressiva, le canzoni potrebbero venir suonate nei falò degli ultimi anni così come nei caffè del village o nell’entroterra siculo. Poi del sano fuzz in una splendida We Were Friends, voce sussurrata e sexy, suono arrembante e le immagini di Dazed and Confused che scorrono davanti agli occhi chiusi, all’interno delle nostre palpebre. Sa essere dolce ed energico Herself, rendendo un viaggio che potrebbe essere semplicemente nostalgico un giro emozionante in una bolla colorata, sorprendente e magico.

Spesso basta la sua voce e parche voci di chitarra, pochissimi elementi sfuggenti come la sabbia che titola Sand, ma vogliamo parlare della chiusura in crescendo di TVDelica?

Fra Stooges e Primal Scream, ed ho detto tutto, grandissimo album!
Giratelo a Richard Linklater e ce lo porterà via di sicuro…