Crème Solaire – Cemento (Irascible, 2024)

Visto e considerato il cambiamento climatico diventa sempre più importante seguire ed approfondire progetto come i Crème Solaire, giunti ormai al terzo album con Cemento. Duo con base a Friborgo ma con radici ticinesi per quanto riguarda la cantante, Rebecca Solari, che tira le redini di questo electro punk con una voce che, come disse il venerato Mario Brega, po’ esse fero e po’ esse piuma, ricca di sfumature e carica punk. Pascal Stoll, il produttore, cuce e rifinisce 11 brani che fanno modo di apprezzare le sfumature del progetto che, nonostante la schiettezza e la semplicità in fondo della proposta, sorprendono per la personalità con la quale ballano tra i vari mood. L’utilizzo delle diverse lingue nazionali poi fa il resto, in uno schema che forse potrà apparire dispersivo fuori dalla svizzera ma che qui è assolutamente un plus. Ascoltando i brani è facile immaginarsi la coppia in sede live, tra fumi e luci strobo, al crocevia fra quanti negli anni hanno capito che il punk non era una questione di strumentazione quanto di attitudine. Citiamo a caso il blocco Gigoló Record, i Suicide e Peaches, Françoise Cactus, ok? Bene, ora cancellateli e lasciate che la mitraglia di beats, le moine e le urla ci assalgano, in un cosmo sempre più convulso e sfaccettato, dove trovano spazio ranuncoli, streghe, slanci poetici che sembrano giungere da altri secoli, stacchi french pop melodrammatici, il tutto fu un tessuto che tira delle più discrete mazzate ritmiche. Poi squarci boom-bap su quelle che chiamano ballate e finiscono con urli disperati, spezie centroamericane, cani. Ci si sente sballottati in un viaggio multilingue che è la perfetta cifra stilista di Rebecca e Pascal, liberi e fieri di far sentire le loro voci ad ogni angolo della Svizzera ed oltre, smussando gli spigoli del passato in favore di un orecchiabilità energica che è in grado di incatenarci, pendendo da labbra e Beats. Il plurilinguismo, com’è ovvio, ha una possibile controparte negativa che è quella di togliere compattezza alla proposta ma, proprio come il cemento, il disco dei Crème Solaire si compone di diversi elementi che ne garantiscono legame e fibra.
Se ne esce sudati, svuotati e felici.
Ah, Chaos, l’ultimo brano, è un messianico e dannato viaggio.