Duo romano synth-pop, mano pesante ed acida. Giulio a synth e drum-machine, Claudia alla voce. La voce di Claudia, uscendo in Disco Velvet, ci riporta ai fasti di una Diana Est d’oltrecortina, algida e sofisticata. A tratti si increspa mentre i beats si stringono, dando l’impressione di essere quasi bidimensionale, attaccata ad una carta d’alluminio che si potrebbe accartocciare ma che manterrebbe, anzi, accrescerebbe ulteriormente la propria musicalità. Cry, Dance, Flight parte a pilota automatico, motorik, sottotraccia, a guidarci in un antro buio. Di recente mi ritrovo sempre di più in suoni simili e ne sono più che lieto, che, per citare ascolti attinenti, in una serata insieme a Kokeshi Milik ed a Belgrado ci sarebbe veramente di che stracciarsi le vesti. Claudia appare brano dopo brano come una musa lontana, il centro di un maelstrom governato da Giulio, una Glitter Paranoia in cui tutto vortica e mortifica. Egoista è toy music caraibico con il marcio addosso ed è ovviamente bellissima, Gambe è musica da cardio dopo galloni di cocktail discutibili, la testa che scoppia ed il vicino di casa rompicoglioni. A tratti tornano in mente i Surfing Machos (progetto dalle cui ceneri nacquero poi i Beyond Basava), come nella comunicazione dall’oltretomba di Poison, segrete della Stasi e magia nera. A chiudere questa beata gioventù un brano intitolato l’hobby del nichilismo, strumentale che ci consegna la coppia come maestra nel proprio genere, noi a riprenderci sorridenti dopo gli schiaffi subiti ed il mondo fuori.
Non contenti Dinastia Giulio Claudia, fanno tappa anche su Bubca Records del Tanzini Luca (colui grazie al quale ho conosciuto il duo), per altri due pezzi lancinanti: l’hobby del nichilismo e Tuca-Tuca, il primo solito treno senza fermate fino alla perdizione, il secondo la restituzione di un pezzo di storia e di un pezzo di cuore, Claudia Carrà androide che vorremmo stringere a noi…grazie!