Passerella è il debutto in solo di Infesta, progetto del ticinese Marco Guglielmetti e pubblicato da un’interessantissima label, tale Dee Dee’s Picks, piattaforma con base ad Amsterdam che si da intento di produrre cultura dalla Svizzera, dal passato all’oggi. Registrato durante un’estate sul lago di Lugano, scandendo le giornate con nuotate, improvvisazioni registrate al telefono, fuoco e testi, si presenta con 11 brani che, sì, risplendono del fulgore che fu degli anni ’80, ma con una verve ed un’attualità che sferza il passare del tempo e si situa in maniera trasversale dell’oggi. Infecta lascia liberi gli spigoli, giocando con luce ed ombre su una musica tagliente, una voce a tratti cavernosa e robotica come nell’iniziale Inquieto, ma che sa farsi lontana e melanconica subito dopo, pur mantenendo dalla sua un tono grave. Difficile orientarsi, se non cercando nelle migliori intuizioni di uno dei più grandi (e misconosciuti) cantori new wave italiani, quel Fausto Rossi / Faust’o che molto diede su quel crinale oscuro. Ma Infesta vive e luce nell’oggi e di luce propria, sembrando, come da lui medesimo recitato in Fastidio “…un fastidio che ingombra la mente..”. Già, che le canzoni posseggono la capacitè di farsi tarlo ed entrarci immediatamente in testa, facendoci ritrovare nel ruolo di improbabili coristi o suonatori di immaginari theremin. Quando il ritmo si abbassa Marco sa farsi trasognato, quasi rimirasse un lungolago freddo e silente, a suo modo romantico. Rispetto alla poetica esibita negli Amiata (pop musik), progetto nel quale spende normalmente la propria tecnica e derivante da quei Fedora Saura che negli scorsi anni diedero ottimamente prova di sé, qui sembra mettersi alla prova con riduzioni electro pop e new wave che invece di esibirsi da un palcoscenico ballano in uno scantinato. Futuri che suonano come rimpianti, Giovani, o veri e propri singoli dei quali chiudendo gli occhi possiamo già figurarci i videoclip, come una Passerella che riempie i cuori. La capacità di Infesta è quello di cambiare minimamente, un accenno nel tono della voce, un’atmosfera più accondiscendente, intima, calda, a costruire con passerella un vero e proprio percorso fra il nostro cuore ed il nostro cervello.