Gurubanana – Karmasoda (Shyrec, 2011)

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Se uno dice "pop rock", voi cosa pensate? Possono due paroline così generiche inquadrare la sostanza di un disco? Non saprei, rispondetevi da soli, quello che voglio dire è che Karmasoda alle mie orecchie suona pop rock. Insomma, ascoltandolo mi vengono in mente R.E.M., mentre l’eclettismo di certi passaggi mi rimanda direttamente ai Deus, ma per certi versi anche i Pulp potrebbero fungere da termine di paragone (o, perché no? The Pretenders!). Le canzoni suonano tutte molto calibrate, si comprende che dietro c’è la ricerca e la volontà di scrivere un buon pezzo originale.
Certo, non tutto mi piace allo stesso modo, e per quanto la melodia sia ovviamente uno dei punti focali del disco, quello che ascoltandolo mi salta maggiormente all’orecchio è il lavoro di produzione: stilisticamente non un pezzo è uguale all'altro, eppure si capisce che la mano dietro a tutto quanto è la stessa, e questo per come la vedo io è un ottimo indizio delle capacità di chi ha pensato questo disco. Forse l'unico ingrediente che manca per farmi dire che Karmasoda è veramente un buon disco, o meglio visto che in realtà lo è, per farmi dire che è qualcosa di più di un buon disco è il mordente, l'energia (in Piemonte diremmo il "gheddu", perdonate l’intrusione dialettale), e non intendo dire il ritmo sostenuto, quello c'è pure, ma è come se ci fosse qualcosa che stenta a venire fuori e rimane sotto e si intravede appena. Trovatelo e sarà la chiave di tutto. (O magari è solo questione di alzare il volume delle cuffie? Ascoltate il disco che, a parte tutte le mie elucubrazioni mentali, ne vale la pena).