Giacomo Baldelli – New York City Tracks (Halidon, 2022)

Ricordate ancora quel momento di anni fa, il momento in cui per la prima volta vedeste New York?
Pensateci…l’aeroporto, i taxi, Central Park, Downtown….no, di sicuro prima dello scontro con il cemento concreto e con quell’immenso polmone verde vi siete approcciati a lei tramite libri, dischi e film.
Così Giacomo Baldelli, chitarrista reggiano che da otto anni vive e morde la Grande Mela giorno per giorno. Ci svela la “sua” New York ma, rispettando l’assioma secondo il quale la propria conoscenza della città è subordinata ad un immaginario comune e condiviso, lo fa attraverso la rilettura di cinque brani di differenti autori.
Bryce Dessner è nato a Cincinnati, suona nei National con il fratello gemello Aaron ed in Garcia Coutnerpoint offre una sua versione di un solo del leader dei Greateful Dead, come fosse rivisto da Steve Reich. Quel che ne esce è un robusto viaggio, placido prima e pizzicato dappoi, in cui sembra che l’Hudson sia popolato da grilli e cavallette e le Gangs della città fossero comandate da un macellaio dedito soltanto alla raccolta di insetti anziché da bovi e rivali.
Baldelli suona di corpo ed a tratti sembra quasi una sfida la sua con la chitarra: c’è spessore, resistenza e scarto nel suono, fattore che gli permette di trasformare giri come quello di Warmth, brano firmato da David Lang, in un reiterato elastico che sembra percorrere come un rimpiattino le 193 strade della città, dal cimitero di marmo fino alla chiesa Jesuscristo Reina.
Quindi Steve Reich in persona, da Broadway, classe 1936. Aveva 51 anni quando Pat Metheny registrò per la prima volta questa pièce, oggi come allora divisa in tre parti. Catino nel quale si muovono centinaia di istantanee ed un mentore che ci guida attraverso il dedalo più ordinato e confuso della baia. Electric Counterpoint, contrappunto elettrico che è semplicemente lo svelare dei collegamenti, delle storie e dei fermenti di cui la città è madre. Philip Glass, baldanza, drammaticità e movimento. Music in Similar Motion parte a raffica tenendo alto il ritmo in quella che subito si presenta come una cavalcata ci trasporta oltre le strade, i palazzi ed i caseggiati. Sembra quasi che il piano della città sia stato compromesso in una discesa vertiginosa, che permette l’equilibrio soltanto a patto di non fermarsi, mai. Con l’epifanica Dream ci allontaniamo dalla vita e dalla città, immergendoci in quella base amniotica che è la baia, dove tutto si fa sempre più scura e la materia si fa sempre più immaginifica, tetra e compressa.
Giacomo Baldelli non è guida usuale per New York, la trasfigura e la trascende, smussandone i contorni, destinandola per sempre alla quota onirica e personale.

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