German Army – Animals Remember Human (Arte Tetra/Crash Symbols, 2020)

Nonostante le oltre 80 uscite i German Army  non erano mai comparsi sulle nostre pagine; a sopperire alla mancanza ci aiuta la Arte Tetra che produce ai californiani  una cassetta da 45’ piena zeppa di suoni, generi, influenze e suggestioni. Non posso ovviamente vantarmi di aver ascoltato tutte le uscite – nemmeno un quinto, se è per quello – del combo di San Bernardino, ma mi pare che quello che si trova su questo nastro si discosti abbastanza dalla pur eclettica discografia del gruppo, probabilmente per il modus operandi che prevede la rielaborazione di suoni provenienti da nastri e vinili di etno-music e field recordings col pensiero rivolto ad alcune specie di uccelli in pericolo e ai loro habitat. Se avete dimestichezza con l’etichetta marchigiana converrete che siamo di fronte a un concept e una pratica totalmente in linea con quanto Arte Tetra va proponendo da tempo e l’ascolto non delude. Il risultato di queste operazioni di prelievo e rielaborazione sono infatti 18 brevi sketch, inevitabilmente eterogenei, che passano dall’etno- noise, al dub, a schegge di rock deviante, con uno spirito molto ritmico, molto spigoloso e molto concreto a legare fra loro le varie parti. Pensare a dei Talking Heads brutalmente shakerati potrebbe vagamente mettervi sulla giusta pista, ma come evitano ogni ipotesi di forma canzone, così i brani rifuggono facili etichettature e si trovano, in definitiva, ad essere null’altro che quello che sono. In un caso del genere citare i singoli episodi non ha senso, Animals Remember Human va visto/ascoltato nell’insieme, dove ognuna delle parti trova posto all’interno del grande patchwork che viene a formarsi. Con questo lavoro i German Army partono dal campionamento per arrivare a un campionario di musica eccentrica intesa nella doppia accezione di priva di centro e di, indubbiamente, strana: frikkettoni ma bravi.