François Wong & Davide Barbarino – Genius Loci (Torto, 2024)

Due sassofonisti, François Wong e Davide Barbarino, si ritrovano nel sud della Francia, a Puget-Ville, poco a nord di Tolone, in un paese famoso per essere stato ring di diverse sessioni di improvvisazioni interdisciplinari gestite dal gruppo di impro francese Cepi.
Non è semplice cercare di descrivere quel che si sente in questo disco, un disco che lascia liberi i due musicisti di dialogare in una sorta di aria aperta, con molto spazio e senza fretta alcuna. La materia espressa non è mai ostica ne aggressiva, anzi, riesce a coinvolgere. Non si sente nessun impeto accademico, ma una dosata esplorazione ed un’aria frizzante ad aprire polmoni ed ascolto. Il legame fra i suoni ed i luoghi descritti nella confezione CD dai due musicisti ci rende in qualche modo partecipi di una visione, di un mood che è stato portato avanti durante l’incontro. Luoghi sacri, una cappella romana dell’undicesimo secolo ed il cimitero, la foresta, una cantina vinicola, un vigneto. Quasi come spettri, pure anime ronzanti nel villaggio e nella sua notte ci menano qua e là, timorosi ed intrigati dalla forza di un duetto così mobile ed intenso. A tratti si rasenta il mondo della classica, a tratti sono sussulti jazz, altre volte vere e proprie cascate che trascendono stili e generi, ma che riescono sempre a mantenere una compiutezza incredibile senza cadute di ritmo ne attimi di noia. Potrebbe essere veramente il Genius Loci di questa situazione e di questa cittadina, una sorta di aura che ne caratterizza l’ambiente rendendo tanto leggere le dita dei musicisti sui loro tasti. L’ultimo quarto d’ora del disco, l’estatica Peter didn’t tell me, è insieme summa e base per andarsene altrove, in cerca di altri scorci ed altri lochi, altri vini, altri riti ed altri geni.