FILM 2: Preoccupazioni e fasi lunari

Dopo un immerso ascolto del loro Sorge voglio esplorare maggiormente il monndo del trio elvetico, andando a tastare in particolare le basi che hanno portato ad una progettazione del genere per il loro ultimo disco. Oppure i loro ultimi dischi? Cerchiamo di scoprirlo insieme…

SODAPOP: Salve Film 2, potreste dirci chi siate e da dove veniate? Che tipo di storia vi ha portato insieme e che tipo di ascolti vi hanno accompagnato nella costruzione del vostro suono?

FILM 2: Siamo Elischa Heller, Jonas Albrecht ed Elias Bieri, viviamo in tre città svizzere diverse. All’inizio ci siamo trovati in una scuola di una piccola cittadina di campagna. Dopo qualche tempo suonando le canoniche jam sessions orientate all’indie rock abbiamo trovato slancio e piacere nell’ascoltare musica come il krautrock di Neu! o Can, così come le chitarre ed i beats disturbanti che abbiamo assorbito dai Moin. Presto abbiamo iniziato ad avere dei risultati che andavano nella direzione di un’atmosfera sognante alla Slowdive. Nel frattempo la nostra amicizia si è consolidata permettendoci di radicalizzare la nostra musica ed il nostro approccio – preferiamo essere un’amicizia produttiva piuttosto che una band operativa. L’incondizionata cura e fiducia reciproca è probabilmente uno degli ingredienti fondamentali nella creazione del nostro suono.

SODAPOP: Ascoltando Sorge e mettendolo in relazione al resto della vostra produzione (che ho scoperto solo di recente), ho notato una maggior luminosità, con meno aderenza all’idea di canzone e l’abbraccio ad una pasta psichedelica che, partendo dalle percussioni, si estende al resto della strumentazione. Suonate insieme da anni ma quest’ultimo disco è molto differente da qualsiasi altra cosa abbiate fatto. Che tipo di processo vi ha portato a concepire queste tre sessioni in primis e questi tre dischi poi?

FILM 2: Ogni volta, dopo aver completato un disco, c’è un periodo in cui non suoniamo molto, per poi riprendere in un nuovo inizio con un differente approccio alla musica, agli strumenti e fra di noi. La musica che abbiamo pubblicato ha preso vita durante la pandemia, dove ci siamo ritrovati in un freddo, stupendo ed accogliente locale, dopo un prolungato periodo di distanza. Ci siamo ritrovati in uno stato mentale molto sensibile ed è stato emozionante riuscire a ritrovarci ed a suonare. Abbiamo iniziato con queste jam molto ripetitive, che ci hanno completamento avvolto. È diventato subito chiaro che quell’energia fosse la fonte che stavamo cercando musicalmente ma anche a livello collettivo. La traccia è scaturita da questa pratica, che ha avuto molto di rituale e di meditativo per noi. Così, dopo qualche tempo, abbiamo la reciprocità nel bisogno fra noi e quel tipo di suono, sposandolo per riempirci un album intero. Volevamo essere radicali in ogni istante durante l’esecuzione, per registrare una meditazione così profonda ed emozionante due settimane in uno studio standard non sarebbero state il contesto adatto. Così abbiamo provato un approccio differente: tre sessioni, tre giorni ciascuna, spazi differenti e diversi accompagnatori. Volevamo versioni che fossero equivalenti, tenendo a mente come non ci fosse una sola prospettiva che potesse illuminare tutto il processo.

SODAPOP: La sessione intera potrà essere ascoltata unicamente in due precisi momenti, collegati alle fasi lunari. È stato il suono a portarvi in questa direzione (asciugando sessioni di quattro ore in quarantadue minuti di disco) oppure è stato un lavoro a tema che avete iniziato con questo tipo di disegno?

FILM 2: Pensiamo che il produrre ed il pubblicare musica siano gesti intimi e personali. Al medesimo tempo comprendiamo come i nostri spazi personali ed intimi siano un contesto in cui dobbiamo essere politicamente fedeli alle nostre posizioni. Questo ci porta a concepire un’idea di produzione discografica che non serva lo stato contemporaneo dei servizi di streaming, che percepiamo come ultra capitalistici e molto distanti da quello a cui teniamo. Per questo abbiamo creato il nostro sito internet http://unbewusst.love dove possiamo creare la nostra visione di una costruzione musicale disponibile per tutti. Siamo dei romantici e ci sentiamo attirati da cicli e riti. Il nostro album di debutto, Unbewusste Liebe, continua ad essere trasmesso ogni alba ed ogni tramonto sul medesimo sito e volevamo sviluppare questa cosa ulteriormente. Visto che il nostro brano nell’album si chiama Welt, mondo, volevamo fosse suonato in un punto temporale che foss eil medesimo per tutti stando ovunque, non importa dove gli ascoltatori fossero nel globo , quindi le fasi lunari.

SODAPOP: Tre sessioni, tre registrazioni, tre processi: dove? Con quali collaboratori?

FILM 2: La prima sessione è stata svolta alla «Spinnerei» di Berna, un luogo che amiamo particolarmente e che ha un suono veramente unico. Abbiamo impacchettato gli strumenti e passato tre giorni sul posto registrando Welt per conto nostro, lasciando che fosse Elischa a mixarlo. Altri tre giorni li abbiamo spesi a Bienne, nello «Studio Suze», registrati e mixati da Lukas Rutzen, uno dei batteristi di quella splendida band che sono gli Omni Selassi, nostri cari amici. AltrI tre giorni nello «Studio G5» a Zurigo, registrati e mixati da Domi Chansom, un’altra persona molto attiva nella nostra scena. Al termine di questo processo Rea Dubach (anche lui parte degli Omni Selassi) ha masterizzato le tre versioni, per poi produrre i vinili alla Grand Voyage Records a Sion.

SODAPOP: La musica può apparire dolorosa così come essere rivelatrice di nuove parti di se stessa con ogni ascolto, riflettendo i nostri stati d’animo. Ma qui state deliberatamente giocando con gli ascoltatori (e con voi stessi) mettendoli nella posizione di conoscere una solo versione di Sorge. Vi aspettate che il vostro pubblico ricerchi la completezza dell’esperienza anche tramite il confronto o che si crei il proprio Sorge personale, dedicandovisi completamente?

FILM 2: Il nostro obbiettivo è quello di creare una proposta multi prospettica, dove ognuno percepisca quello che vuole. Non ci sarà mai una completezza ma tutto sarà ugualmente completo allo stesso tempo. Ogni versione di Sorge parla per l’intero album, anche se ognuna di essa racconta una versione differente della storia. La musica troverà il suo significato nelle orecchie dell’ascoltatore, sarà quindi sempre soggettiva e fuori dal nostro controllo. Cerchiamo di abbracciare questa cosa suggerendo diversi punti di partenza per far prosperare la nostra musica. Cerchiamo di rimanere curiosi anche come ascoltatori, creando un linguaggio nel pubblicare e percepire la musica.

SODAPOP: Porterete Sorge dal vivo? Che tipo di show potremmo aspettarci?

FILM 2: Dopo le registrazioni abbiamo suonato la traccia dalla durata di un’ora al Taktlos Festival 21 per la prima volta. Siccome richiede un certo stato mentale per suonarlo, ma anche per assorbirlo, non crediamo lo porteremo molto spesso dal vivo. A maggio abbiamo finito il ciclo con un release show a Berna, dove abbiamo suonato di nuovo l’intera traccia. DI tanto in tanto inglobiamo alcune parti della traccia nei nostri live set, che sono versioni maggiormente tagliate ed avanzate della nostra musica. Quest’estate suoneremo per lo più delle versioni più brevi della prima parte di Welt come apertura dei nostri live.

SODAPOP: Per quanto riguarda la parte visuale dei tre lavori a chi vi siete affidati? L’impressione è quella di essere in presenza di un geode, in ogni caso un materiale tangibile estratto dalla terra, che è però stato rivolto in tutt’altra direzione. Che tipo di relazione lo lega alla vostra musica?

FILM 2: Qui ci sono e parole di Ida Huschke, che ha creato la parte visuale di Sorge, al fianco di Bureau Mia: “Stavo pensando alla cura in relazione alla vita, alla terra, ed all’universo, cura come strati fluidi, a volte rigidi, a volte infiniti. Ho usati diversi strati di immagini satellitari lavorandoli per creare una spazio fittizio. Stavo cercando dei piccoli dettagli in questo processo di zoom, credo che la cura sia un sentimento individuale che ha diversi colori e strutture all’intenro di se. Quando ho provato ad immaginare la grandezza della foresta amazzonica o del deserto del Saharami sono immaginata come un minuscolo dettaglio di un enomre e complesso organismo. Giocare con queste scale di immagini mi aiuta a capire il significato della cura, può essere enorme e minuscolo, caricandosi lo stesso peso sulle spalle”.

SODAPOP: Vivendo in Ticino mi accorgo, mese dopo mese, di quanto la scena musicale elvetica rimanga a me misteriosa. Cosa state ascoltando al momento? Potreste consigliarci qualche nome da seguire?

FILM 2: Il nuovo album di Daniel Blumberg, GUT, lo adoriamo, così come l’ultimo album dei Sirom! I nostri amici Radon hanno pubblicarto uno splendido EP: https://radon666.bandcamp.com/album/demo, in più di recente abbiamo visto i Moin al Bad Bonn Kilbi…ah, non dimentichiamo questo:
https://akashicrecords1.bandcamp.com/album/the-funnel.
A questo punto vorremmo veramente spingere moltissimo la nostra casa e famiglia BlauBlau Records. Potrete trovare differenti mondi sonori nel loro catalogo, come Junge Eko, Hora Lunga..o anche altre etichette, come Plouk ed -OUS.

SODAPOP: Grazie mille Film 2, buona estate…