Etceteral – Rhizome (Glitterbeat, 2022)

Trio jazz sloveno, sax, elettronica, batteria visuals. Secondo disco, scuola Glitterbeat. Il progetto è giovane ma in tre anni le occasioni di sperimentazione e di crescita non sembrano essere mancate. Inizio l’ascolto è subito mi ricordo dei tempi in cui gli Spaceheads bazzicavano gli spazi liberati della Svizzera Italiana, per quella capacità di imbastardire il suono sempre tenendo dritta la bussola senza essere confusi ne caciaroni. Tornano due anni dopo il loro esordio Ama-gi, e sembra siano diventati più lucidi e profondi nel frattempo, a scapito magari di un po’ di veemenza rabbiosa messa al guinzaglio.
Aperti e liberi mi sembra spilucchino per bene il groove senza nessuna remora. Ci si muove, accenni a tratti fanfarici molto ben dosati, precisione, un gran bel tiro. Bostjan Simon riesce  ad essere cool ed a swingare nello stesso brano, quasi senza soluzione di continuità, che però è garantita dal lavoro al pellame di Marec Fakuc, tranquillo, di punta e di fino.
Synth ed elettroniche sono gestite dallo stesso Bastjan, che ne predilige l’uso al fioretto. Se ne ottiene un manto che sfiora la musica elettronica tout court quando si fa astratto, per rientrare quando meno ce lo si aspetta nel recinto jazz. Viene ahinoi a mancare l’elemento visuale a cura di Lina Rica, che da quanto supponiamo sembra essere molto importante nella chimica e nella dinamica del risultato. Il responso non può che essere quindi parziale, ma intanto, chiudendo gli occhi ed immaginando, vediamo forme geometriche farsi cubetti di ghiaccio in cocktail rosari, luci rosse, ocra ed azzurre, come dovrebbe essere un vero aperitivo futurista nel 2133.
Quando poi, come in Rome Burns, stringono i tempi, diventano bestie da Cardio in stile spy story. Sui toni bassi sono impietosi: eleganti, freddi, plastici. Si muovono furtivi sorprendendo senza mai annoiare, per in lavoro che si proietta in una terra di nessuno molto ma molto interessante. Dubbi sembra uno squarcio nel buio, che libera una festa ingessata, si lavora sugli stacchi ed i contrasti anche nella tracklist, con diversi ambienti e mondi. Spaziali e bulbosi in Ton 168, classici e bifronte in Ave, liscio e soulful per la chiusura.
Un suono tangibile, concreto e dinamico, potenzialmente galattico dal vivo, su disco lascia spazio all’immaginazione che corre e sogna…

 

Etceteral live: Hangar Teatri Trieste, 9 dicembre 2022

Unendo dilettevole a dilettevole sposo un uscita di qualche giorno con fratello e madre al concerto degli Etceteral, trio che presenta il secondo disco Rhizome. Riusciamo a raggiungere gli Hangar Teatri con un buon anticipo. La struttura è accogliente, scura e con un piccolo bar, una piccola platea che man mano di riempie. Il concerto degli Etceteral viene presentato dai peroni di casa e dal responsabile di Kino Šiška, realtà culturale lubianese che sta curando questa rassegna a Trieste.
Ma siamo pronti per iniziare: Lina Rica, l’addetta ai visuals, rimane nascosta (verrà inquadrata soltanto durante i ringraziamenti finali) e d’impatto abbiamo quindi soltanto Boštjan Simon al sax e Marek Fakuč alla batteria. L’attacco è sorprendente, il suono è vivo ed in movimento, le parti elettroniche danno forza a delle vere e proprie scorribande, con registri che mutano e si inseguono senza soluzione di continuità. La parte visuale è integrata alla perfezione con lo show e dopo una prima parte con uno scorcio naturale e bucolico si mantiene entro confini geometrici e frattali dai toni accesi e brillanti. Il live degli Etceteral è strutturato a veri e propri brani, alla fine dei quali, dopo non molto, scrosciano applausi (credo fossero presenti almeno 60 persone). Alternano brani più classicamente jazz a bere e proprie fughe psichedeliche, con momento che mi ricordando quel mondo abitato da The Lay Llamas e Goat. I suoni degli strumenti sono lucidi e squillanti e si incastrano in maniera matematica creando quelli che, alla luce dei fatti, sono dei pezzi orecchiabili e pop (il ripetersi di frasi, la facilità di assorbimento) forgiati con elementi jazz e math rock. Il pubblico è seduto ma, alla resa dei conti, la platea nella quale suonano Marek e Bostjan (non c’è nessun palco a rialzarli) si sarebbe potuta tranquillamente trasformare in una scatenata dancehall. Riconosco qualche suono ascoltato su Rhizome di sfuggita ma l’insieme è talmente coeso che sinceramente non è stata mia intenzione cercare di decifrarli in questo senso. Alla luce del live le dichiarazioni rispetto agli ascolti di Joshua Abrahams e di Evan Parker sulla spazialità del suono rientrano perfettamente nelle loro scelte stilistiche, con un costante bombardamento di note e di immagini intersecate l’una all’altra.
Etceteral non si risparmia, regalandoci anche due bis dopo il finale del set, lasciandoci frastornati e beati dalla botta. Recupero una copia di Rhizome su CD al banchetto ed usciamo nella notte, sperando di trovare ancora un posto che ci ospiti per la cena. Trieste è dannatamente piovosa ma abbiamo assorbito talmente calore e colore all’Hangar che siamo pronti a schivare  le gocce di pioggia.