Emidio Clementi/Corrado Nuccini – Motel Chronicles (42, 2023)

Sentire un uomo adulto raccontare di un sé, di un altro bambino, è intenso e straniante. Emidio Clementi lo conosciamo bene, così come Corrado Nuccini, riuniti dopo Notturno Americano e Quattro Quartetti.
Qui rielaborano Motel Chronicles di Sam Shepard, musicista, attore, scrittore, regista. Lo fanno con grazia e sobrietà, districandosi fra stridori anagrafici, dinosauri con gli occhi luminosi, sorrisi alla Burt Lancaster e stati catatonici. Ma quel che più sorprende è la musica, tappeto orchestrale elegantemente fumoso, con quella voce recitante in inglese, dietro le fila, di una Francesca Bono in grandissimo spolvero. Nulla di cui stupirsi in realtà, leggendo i nomi coinvolti (Laura Agnusdei ed Emanuele Reverberi, gli archi di Concordanze, Jonathan Clancy e Zois, Stefano Pilia e Fabio Rondanini, Francesca Baccolini). Crescendo, i personaggi rimangono in qualche modo rinchiusi dentro ai loro sogni ed alle loro fisime e la resa sonora e vocale crea flash sinestetici, fino a sentire i velluti, percepire “un’orgia di rosso sul rosso”. Giù, dal South Dakota al Messico, piccole peripezie e momenti di perfezione formale autentica, senza traccia di manierismo. Momenti strazianti, come la morte di un uccello alla ricerca di un lago, schiantatosi sull’asfalto lucido. Vite vissute in qualche modo, alternando momenti di grandeur rubati alla miseria dei giorni. Poi l’orchestra sotto, forse composta da quei medesimi uomini, troppo perfetta per essere composta da ragazzini o da accademici, si sente la ricchezza del suono, quella provocata da quelle stesse vite vissute. Quelle voci, adornate di strass cuciti nel retro, da lustrini strofinati per sembrare nuovi, usurati dall’esperienza e dall’amore. Quando la violenza incombe, in una notte di delitti efferati, nemmeno le trombe possono salvarci dal baratro. La musica assume poi tratti maggiormente fumosi e noir, lasciandoci di fronte alla perdizione umana. Fino alla fine, “ero sprofondato in mezzo a cento ettari di pascolo…”. Emidio e Corrado ci portano altrove, rendendo omaggio non solo ad un autore ma ad un intero mondo, ed alla musica stessa. Dare tutta questa qualità è un omaggio, ascoltare questo disco è un lenitivo, un cordiale che sa di provincia e di realtà, un regalo in 12 tracce.