La lunghezza non è tutto #6

Dal Veneto Stegosauro, quartetto con due chitarre e tre voci, per un esordio che sfiora i 19 minuti. Teenage angst, jazz’n’cap, emo de core, con l’aggiunta di voci che sono reale necessità e che, spezzate da giri strumentali variegati e notevoli. Il raspare vocale, l’urgenza, i Kinsella ci fanno amare all’istante questo cucciolone da 2 tonnellate e mezza, brave le etichette che fanno cordata per sostenerli e lanciarli al mondo. “Alla fine funziona così, si perde sangue e si fa sanguinare”. Sante parole. Chiudono con Buona Notte Raga, strumentale da strappalacrime, che ci farà rimanere sul pezzo, attenti alle loro prossime mosse e magari ad un album lungo. Dal vivo potrebbero essere una discreta bomba!

“Devo sospendere la mia carriera di musicista e prendere cura di me stesso, ho problemi a gestire l’alcool e devo pensare a sistemare questa cosa. Non so quando tornerò tra voi, ma tornerò. Grazie a tutti”.
Sono passati 3, forse 4 anni e Jack Adams è tornato.
Un EP digitale con due pezzi corti, qualche lampo del suo genio ma siamo ancora lontani dal suo standard a livello Take time, clamoroso EP con Novelist, o del suo album Proto con Logos.
La buona notizia pero’ è un’altra: remix,podcast e mixtape a raffica nelle ultime settimane.
Patreon Mumdance da 5 euro al mese con download di tutto, inediti e non, in partenza a ore. Dovrei forse rinunciare a qualche Onlyfans di vostre sorelle per dedicare tempo spazio e soldi a Mumdance? Che gia’ faccio fatica a star dietro al Patreon di Succi da due anni?
La risposta è una sola.

Bear Tape di Nichi Mlebon è materia interessante, 6 brani in cui i nostri cantano e maneggiano chitarra, batteria ed effetti come una gaudente nuvola rosa, roba che se la Grand Royal fosse ancora attiva di sicuro si leccherebbe le dita dei baffi. Suonini, melodie, stile a pacchi ed il marchio della ceca Korobushka che garantisce per tutti. Brani fragili, sgangherati e perfetti, pieni di droga colorata che rende tutto soave e magnifico.

È notizia gradita il ritorno di Fabio Battistetti (Eniac), stavolta col progetto Brezza. Ispirato proprio dal vento fresco e dagli spazi aperti, Dialogue Mapping traduce le fonti in quattro brani di elettroacustica improvvisata e minimale, dove ai suoni ripetuti – a tratti anche ossessivi – di piano e organo, si associano rumori concreti ed elettronici, creando un impasto sonoro dove il dato di realtà e l’invenzione artistica hanno uguale peso. Nell’atmosfera vibrante di Eclisse, nello spirito free di Caramaderie, nelle atmosfere notturne di Emendazione, nella confusa e rumorosa vitalità di Zefiro, risuona tutto lo spirito di un’appassionata ricerca capace di catturare l’attenzione nel pochissimo tempo a disposizione. (E.Z.)

Ele A è una giovane rapper ticinese, da Lugano flirtando con la Lombardia e con Milano. Snocciola testi densi colmi di concetti diretti su produzioni solide e fatte con cura, avendo l’abilità di costruire mondi in due minuti. Mondi in cui la vita viene raccontata pregna del malessere e della leggerezza delle quali è composta la vita, con estrema onestà e stile. Radici solide nel passato visti i nomi citati e slanci verso quel mondo presente in cui pop, rap ed urban si mischiano…pezzi che, soprattutto, si incollano all’interno dei nostri padiglioni auricolari e che iniziamo a canticchiare dopo poco ascolti. Oro poi parla la lingua del Canton Ticino e sentirla snocciolata così sul velluto riesce a colpire nel segno. Chiude Uno9999, onirica ed amara, un bellissimo EP!

Jojo Orme, aka Heartworms, continua a portare avanti, dopo i due singoli in uscita tra lo scorso e quest’anno, la sua personale visione di un sound oscuro, morboso e gotico. Suoni moderni e sensuali, una voce ammaliante e che è in grado di aggredirti da un momento all’altro. Cassa a tratti dritta, squarci e sirene, un’intensità che riesce ad avvolgerci caustica, Heartworms sa farsi marziale e gradassa, colorando sui toni di grigio e spingendosi verso ad un’idea di pop che, come 24 Hours, potrebbe anche funzionare anche se per ora rimane la via meno convincente espressa dall’artista.

Solaris ritorna su Bronson Recordings con due tracce nuove, raccolte in Abbiamo una legge e per questa legge deve morire. 4 ospiti a questo giro e di un certo di livello, ma a farla grossa come sempre sono Alberto, Paride, Lorenzo ed Alan. La voce è cangiante passando da un recitato melodico ad un tono maggiormente rauco aggressivo, ma a tratti fatica a trovare una propria via che si sposi con il tappeto sonoro e ritmico sotto di lei, meglio quando riesce a contenersi rimanendo limpida e posata, riuscendo così ad esprimere al meglio la propria presenza sul marasma sottostante. Sarà interessante vedere come potranno evolvere su misure più lunghe, avendo lati tra l’atmosferico ed il desertico piuttosto interessanti.

Profondi Stati Uniti, Nerver e Chat Pile condividono uno split con due brani a testa. Kansas ed Oklahoma, ma i paesaggi sembrano essere molto simili, quelli di un’elaborazione rabbiosa del presente, con quelle che sembrano essere fughe nei boschi al riparo da una società impazzita per i primi ed sono più areato da parte dei secondi, almeno in King, che sembra lo sproloquio di un sopravvissuto sulle macerie. Chiudono con Cut, dimostrando che l’energia espressa nel debutto sta maturando, diventa via via più solide senza perdere un grammo della propria intensità.

Chiudiamo con un salto nel Massachussets, da dove arrivano i falsi giovani Cape Crush. Gente di una scena che, ahimè, ho sempre frequentato poco e che conosco per lo più per il vissuto iconografico delle grigliate a casa Affleck coi compari del giro. Com’è come non è Ali, James, Jake e Cody mettono insieme 6 brani in 18 minuti che dovrebbero essere mandati a memoria per chi voglia fare un disco power pop. Hanno tiro, rudezza, spessore, son brani che vorresti mandare a memoria e registrare su una sporca TDK per farlo sentire alla tua bella. Ali ha una voce formidabile, i raddoppi vocali sono da manuale, l’immaginario è quello sacrosanto. Lanciano il loro EP facendoci sapere che suoneranno in un festival, Nice a fest, in cui i Karate  faranno da headline dal 20 al 23 di luglio e loro saranno in 13 fila sul poster, quindi a metà altezza circa… sono gli unici nomi che riconosco, vuol Dre che, minimo minimo mi sto perdendo una sessantina di gruppi insieme, e, poco poco, potrei prendermi una sbandata per una ventina di loro. Ormai lo sappiamo, siamo scolapasta sotto una cascata, ma ci teniamo stretti questa ventina scarsa, stringiamo i denti e salutiamo!

Siamo alla fine anche per aprile, alla prossima bellezze!