Dylan Henner – Flues Of Forgotten Sands (Dauw, 2022)

L’amicizia è importante.
Le connessioni sono importanti ed i consigli sono vitali.
Non ho mai incontrato dal vivo Tiberio Faedi (voce dietro Silent Radio, splendido grafico, membro dei Girl In Blue) ma seguo diligentemente i suoi consigli musicali. Tende a piccoli spicchi di colore in un mare di grigi, così, quando mi ha consigliato di ascoltare il lavoro di Dylan Henner mi ci sono fiondato. Flues Of Forgotten Sands esce in audiocassetta per un’etichetta belga di Gent chiamata Dauw, che unisce musiche molto suggestive (trovate in catalogo opere di Heather Woods Broderick e di Taylor Deupree fra gli altri) unite alle grafiche di Femke Stijbol, artista, grafica e serigrafa di cui acquisterei in toto le opere.
Ma torniamo a Dylan: Flues Of Forgotten Sands sembra essere il suo primo album, edito in digitale nel 2020 e solo dopo due anni inciso su nastro.
Sono due tracce molto lunghe, a sfiorare i 20 minuti, in cui la marimba la fa da padrona costruendo paesaggi immaginari e fiochi. È il primo disco dopo la paternità di Dylan, fatto che ha cambiato in toto la sua esistenza. L’acquistare importanza dei piccoli gesti, dei piccoli passi, delle piccole cose, si traduce in una musica piccola e varia, con una grande onda quasi amniotica che viene via via colorata da piccoli tratti colorati. Mi è tornato fortissimo in mente Un Caddie Renversé dans l’Herbe, progetto di inizio anni 2000 di Didac P. Lagarriga, per una sensibilità melodica simile, anche se in questo caso molto piu dilatata. È musica lombare, avvolgente, con cui giocare e godere delle piccole cose. Piccole, come questo nastro, purtroppo parrebbe già esaurito. Ma potremmo anche soltanto segnarci il nome di Dylan Henner e di Dauw, sicuro ci sapranno regalare splendide soprese in futuro, stringendo al momento questi lunghi snodi in digitale…