Quarto lavoro a seguire, tra l’altro, l’acclamato The Darkside Of Nonsense (Roadrunner /Def Jam 2001) per i soliti virgulti di belle speranze. I Dry Kill Logic, ovviamente, non si è spostata di una virgola dal solito e rassicurante metal americano: un poco Fear Factory, un poco Slipknot e un poco mi avete rotto i coglioni. Ma la cosa più deprimente sono ormai i coretti, sì, il contrappunto alle chitarre ingoia tutto sono dei ritornelli da Zecchino D'Oro studiati su misura per un poter grattare uno straccio di airplay radiofonico alle stazioni indie. Tutto il resto è il solito disturbo: quell’inutile disturbo che, a questo mondo, con tutto il fracasso che già impera, meriterebbe soltanto il confino a Eboli. A cercar tracce di Cristo.