Devid Ciampalini – Eterna /Dissipatio, 2024)

Eterna di Devid Ciampalini vive in uno scarto di un lustro. Già, dacché il lavoro, composto dal musicista toscano noto per il progetto delle Ambient Noise Session, titola 3388 e costruisce un racconto metafisico svolto in quell’anno sul pianeta Eterna. Però infilando il CD, manufatto come potrebbe esserlo una scatola nera di un astronave, bello stereo dell’automobile sul display appare l’annata 3383, cinque anni prima dei fatti, come se tutto fosse già successo e Devid fosse stato in grado di ptestimoniarlo anzitempo. Muovendosi accompagnato dal suo sintetizzatore riesce a creare catene di musica liquida, stabilizzata da una sorta di membrana che le fa fluttuare in aria, in una costante sensazione di leggerezza e di onda espansa e vibrante. Un suono materico e leggero, che se da una parte ricorsa la Germania di un tempo, soprattutto nei momenti più cheti e dilatati, dall’altra, come in Chapter 3 si increspa in una concretezza elettronica brumosa. Le note sembrano a tratti viaggiare da sole in corollari pianistici che sembrano rinchiusi in una boccia di cristallo (Chapter 5), oppure in stasi traballanti che paiono autogenerate da calcolatori storditi dall’alcool (Chapter 7). Devid ha la grazia, il tocco e l’idea, a tratti sceglie di tirare qualche sciabolata laser come nella Chapter 9, prima di inondarci di un flusso sonoro luminoso che prende corpo e profumo passa dopo passo, per l’eternità.