Corpoparassita – Inesorabile (Final Muzik, 2007)

Le mille etichette con cui si elencano, suddividono e catalogano i dischi a volte lascia interdetti, soprattutto nel caso di dischi che hanno più letture come questo Inesorabile: un appassionato di ambient e post rock come me potrebbe impostare il discorso basandosi sulla propria collezione di dischi Kranky, mentre partendo dalle grafiche e dalla label dei Corpoparassita ci si può anche concentrare sull’estetica nichilista e scura, inserendo il disco nel filone apocalittico industriale. Poco importa in realtà dei nomi e delle categorie: questo è un disco ambientale con una forza evocativa notevole, capace di rendere tetro e cupo anche uno dei vostri giorni più solari e sereni.
Confezione che in realtà è un manifesto apribile (tutto nero ovviamente…) con tanto di corona di pugnali e frase di La Rochelle sul suicidio, titoli come Costretto A Partorire Nella Tomba e L’Equilibrio Della Rivelazione Finale fanno da contorno al disco dando una immagine complessiva con un forte valore estetico, ma anche isolando la musica da sola si ha un contenuto evocativo e visionario, come una colonna sonora per un film di Jodoroski. Musicalmente il nome che mi viene più facile fare è Roy Montgomery, soprattutto in Temple IV (uno dei miei titoli preferiti, e non solo relativamente al catalogo Kranky), con mantra composti da drones, qui però più scuri e tetri, che avanzano “inesorabili”, accompagnati a volte da voci in sottofondo (geniale la signora che legge il comunicato stampa del vicinato del centro sociale, in realtà non vorrei essere al suo posto…). Un disco davvero notevole, maturo, senza mai un calo o un qualcosa fuori misura.