Child Abuse – S/T (Lovepump United, 2007)

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Una copertina da togliere il sonno al vostro nipotino, nonostante il blasonato autore, e un disco da ascoltare a testa in giù, in un pentolone di pece, nel girone dei malati di videogiochi. Il lavoro è molto interessante e questo manipolo di Brooklyn, quasi al debutto, sa il fatto suo. Suonano bene, precisi, originali, ma, per quanto mi riguarda, hanno lo stesso identico problema dei Locust (poi non così lontani, perlomeno ideologicamente): sono freddi. Che è un affermazione soggettiva e abbastanza banale. D’accordo. Allo diciamo che i Child Abuse non vanno bene per cucinare o per far colazione né per imbiancare l’appartamento o per dar da mangiare al cocorito. Forse li vedrei bene come giusto accompagnamento per sezionare un cadavere e poi metterlo nel freezer. Ma, pensandoci bene, questa è un’operazione che si potrebbe fare a modo anche ascoltando gli Slayer, che invece sono caldi. Vorrà dire che mi consulterò con un medico legale impallato di Playstation. Consigliato a chi vuol diventare nevrastenico, a chi mette le magliette appena lavate in fondo alla pila e a chi crede nella cocaina al posto dell’aspirina.