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Dead Man – S/T (Crusher, 2006)

Da rimanere a bocca aperta come ragazzini di fronte alla nuova Playstation o come pornofili per la prima volta in un sexy shop. Il loro nome è poco accattivante, ma tant'è: quello che conta è il sound e – per dio – questi nordeuropei (svedesoni) ne hanno a pacchi di sound. A pacchi. Cosa c'è nell'aria lassù? Non so dirvelo, fatto sta che la percentuale di band notevolissime che le lande dei fiordi e dintorni sfornano è esagerata. La parola d'ordine, stavolta, è Seventies.

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Sodastream – Reservations (Trifekta/ Homesleep, 2006)

Oramai mi sa che abbiamo speso tutti gli elogi possibili per questo gruppo australiano, così amato dalle nostre parti. Tanto che stavolta è Homesleep a distribuirlo in Italia. Si potrebbe chiudere la recensione di Revelations con la massima "sempre il solito grande disco dei Sodastream": è difficile trovare un gruppo così ostinatamente conservatore ma che nello stesso tempo non sembra fare passi falsi, riuscendo a condire di ispirazione ogni singolo pezzo, senza per questo dover cambiare o svecchiare la formula.

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31Knots – Talk Like Blood (Own/Polyvinyl, 2005)

La prima cosa che ti dice il fido Google se cerchi 31Knots è: 31 knots = 15.9477778 m/s. La prima cosa che ti dice il fido archivio di Sodapop se cerchi 31Knots è: due album ed un EP all'attivo per la 54°40' or Fight!… e poi? Un cambio di etichetta, e l'arrivo del nuovo batterista, un certo Jay Pellicci che come musicista (Dilute tra gli altri) e come tecnico del suono (assieme al fratellino Ian) ha centrato dei bei dischi; ma soprattutto un cambio di orizzonti, già anticipato nel mini The Curse Of The Longest Day (sempre su Own): dal mathrock alla melodia, senza perdere però per strada la propria identità.

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