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True Widow – True Widow (End Sounds, 2008)

Widow. Vedova. Una parola forte. Una parola che richiama ai nostri occhi un’immagine precisa. C’è chi la vede una donna ormai cadente immersa nei ricordi, chi una disperata casalinga in cerca di un porto, chi una nera femme fatale disegnata in rimmel nero e seta rosso rubino. Diverse fonti d’immaginazione. Ma una parola forte. Dentro tiene il suono della sconfitta e le trombe della rivincita, ha un po’ gli occhi di chi ha visto vicina la morte e un po’ quelli di chi invece era troppo lontano per fare qualcosa, lo stomaco infangato di un dolore che in fondo in fondo non è il suo. Se non per interposta persona. Vedova è una condizione dell’ombra, di cui poco si può capire. True Widow investe in pieno il senso di vicolo cieco con uno shoegaze più vicino allo slowcore che ad altro. Le atmosfere sono presto fatte, le esplosioni delle chitarre sempre molto cupe accompagnano lunghi momenti di stagnazione, dove batteria e basso tendono a non disturbare l’equilibrio fragile della linea melodica.

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Bluermutt – Decivilize After Consumption (Nexsound, 2008)

Bluermutt ha venticinque anni, vive a Barcellona, ed è la nuova uscita della Nexsound: arrivata alla numero quattro, l'etichetta di Andrei Kritchenko ha fatto uscire il suo disco migliore, sempre orientato verso una via interessante da far percorrere all'elettronica nella direzione del pop. Figlio del suo tempo, questo disco propone una miscela di quello che è da qualche anno il suono della generazione più "cool" e giovane della computer music, o meglio della laptop music.

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Juarez – Revontulet (Sabbatical, 2008)

Cari amici vicini e lontani, il nostro gran capo in persona si è spinto nelle lande australiane in cerca di moglie, un po’ come fece Sordi nel celebre film, pare che il meglio che sia riuscito a fare sia stato tornare accompagnato da una risma di CD di questa neoetichetta sperimentale della terra dei canguri, non sarà la Cardinale nello splendore di quegli anni, ma i dischi non sono per nulla male.

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Damo Suzuki’s Network – Tutti I Colori Del Silenzio (Wallace/Palustre, 2009)

Trattasi di un live molto ben registrato e per di più corredato di grafica piuttosto carina, se ciò non bastasse Damo Suzuki in questa occasione si accompagna ad una line-up di tutto rispetto, dato che gioca il poker d’assi Andrea Belfi, Xabier Iriondo, Diego Sapignoli e Mattia Coletti: l’unico neo a volte è proprio la presenza del vecchio kamikaze. Spero mi scuserete per lo scarso rispetto, per altro è difficile voler male ad un tizio che ha cantato con i Can, ma a cento anni dalla nascita del futurismo credo che celebrerò a modo mio Balla e Depero e l’allegra banda di cazzoni, crocifiggendo in sala mensa questo malandato samurai.

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