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L’Ultimo Disco Dei Mohicani, intervista a Maurizio Blatto

Una varia umanità che spazza via qualsiasi noiosa "pippa" da appassionati di musica. La negazione assoluta di qualsiasi nozionismo musicale fatto apposta per escludere i non unti. Una girandola di personaggi tragicomici maledettamente reali: a metà strada tra una canzone di Jannacci e i fumetti di Alan Ford. Questi e decine di altri motivi rendono necessaria la lettura del primo libro di Maurizio Blatto, critico musicale di Rumore e negoziante di uno tra i più importanti negozi di dischi di Torino. Backdoor per l'appunto. Per leggerlo, non è necessario sapere quale accordatura usa Thurston Moore o di che segno zodiacale era Jerry Garcia: per godersi L'Ultimo Disco Dei Mohicani è sufficiente aver voglia di farsi quattro risate e, come in una striscia di Altan, non aver vergogna di mostrare le proprie deformità. Sia chiaro, non sto incensando né Moby Dick e nemmeno un tomo di Simon Reynolds, ma promuovo il diario di bordo di un navigante che annota una città in inevitabile cambiamento, ma che, nei ricordi e nei personaggi di chi narra, continua a pulsare un' italianità che non dovremmo mai dimenticare. Quella che il tempo ci sta togliendo.

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Pierpaolo De Iulis, un marchigiano a Roma

Uno dei motivi per cui, appena arrivo a Roma, visito sempre Hellnation, ancora prima che il Pantheon o Campo dei Fiori è perchè dentro quel negozietto sulla Nomentana mi sento a casa. Con i miei simili. E questo mi succede rarissimamente oggi come oggi. E ogni volta, grazie a Roberto Gagliardi, conosco qualche nuovo personaggio: creature da far invidia a L'Ultimo Disco Dei Mohicani di Maurizio Blatto. L'utlima volta c'era un tipo, a metà strada tra Johnny Thunders e il Monnezza, che faceva cerchio intorno a se' per raccontare la serata inaugurale alla mostra Europunk di Villa Medici. Poi durante il rituale pranzo dai Molisani si rivela anche laureato in storia e con il desiderio mica tanto velato di produrre un documentario sul colonialismo italiano in africa. Un pazzo. Io ovviamente non ho resistito alla tentazione di dar sfoggio dei miei avi colonialisti e così, tra rimembranze eritree e voli pindarici abbiam fatto amicizia. Piepaolo De Iulis, classe 1968: manicheo cantante degli Illuminati, boss della Rave Up Records e della più recente Rave Up Agency. Fautore di autentiche perle underground come Crollo Nervoso e Vesuvio Pop. Pierpaolo De Iulis, perchè si può realizzare tutto se si hanno sufficienti motivazioni.

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…un quadro di Giacomo Spazio

…il titolo di quest'intervista si riferisce a inventario dei La Crus e la menzione non è per nulla casuale: Giacomo Spazio, in contemporanea con la sua carriera da artista è stato fondatore della Vox Pop, della Cane Andaluso, poi grafico, musicista (fin troppo sottovalutato http://www.discogs.com/artist/Giacomo+Spazio), "agitatore culturale", manager, tramaccione, ideatore e forse leggendo vari passaggi dell'intervista… anche casinaro a vario titolo. Spazio è una delle chiavi di volta che ha retto il circuito indipendente italiano fra anni '80 e '90, non a caso la sua storia si intrecci inestricabilmente con quella di gruppi come Afterhours, Carnival Of Fools (pre-La Crus), Casino Royale, alla libreria Calusca di Primo Moroni, alla Shake, a Rumore ma anche a molto indie più o meno recente come Giardini di Mirò, Alessandro Raina, Milaus giusto per citarne alcuni. Ma ciò che più importa, il suo vigore ed il suo egocentrismo quasi adolescenziale dimostrano ancora più che le sue parole, quanto ci tenga a sottolineare di esser vivo "hic et nunc" perché come diceva qualcuno, al di là del passato, "il tempo è ora"…

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Putiferio: no fun no core no mosh no trend!

In un mondo ideale non dovrebbe essere necessario spiegare chi sono i Putiferio. In un mondo ideale chi scrive, inoltre, sarebbe pure capace di buttare giù un’introduzione decente a questa intervista. Nella realtà invece tocca scontrarsi con i propri limiti di scribacchino nel tentativo di spiegare chi sono i quattro improbabili personaggi nella foto qui a fianco. Autori nel 2008 di un disco, Ate Ate Ate su Robotradio, saturo di noise e hardcore inclassificabile e deforme, Mirco, Walter, Panda e Mazinga (quest’ultimo, batterista, degnissimo sostituto di Giulio Favero, già One Dimensional Man e Teatro Degli Orrori) sono, a parere di chi scrive, una degli migliori realtà in ambito noise, e non solo, che ci è capitato di ascoltare negli ultimi anni.

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