Bruno Dorella – Paradiso (Silentes, 2022)

Il rapporto fra Bruno Dorella ed il gruppo di danza ed arti performative Nanou va avanti da qualche tempo, più o meno dieci anni. Il rapporto con la danza di Bruno Dorella è quello di una vita, tramite la sorella Oriella Dorella. Questo però è il primo disco di musica elettronica di Bruno, intitolato Paradiso. Titolo che rimanda ad un percorso, ad un travaglio, ad un oltre ed un altrove. Un percorso cosmico, che vede come tappe il nostro sistema solare. Mercurio è musica gassosa ed estesa, un brusio che dispone diversi elementi sul piatto e sul palco. Con Venere invece possiamo intravedere dei gesti, delle rotazioni, slanci orbitali retti da quelle che paiono essere pulsazioni di rilevatori. C’è un forte senso di scoperta e di svelamento ed il mio timore che il lavoro risultasse tronco senza le esibizioni di Nanou scompare come scie ormai lontane. Crepitìi e circuiti che in qualche caso mi riportano a certi lati di Andrew Seal se con Praying For Oblivion potesse esibirsi a km di distanza e ci arrivasse un riflusso sonoro. Ritmo spezzato ma sornione, quasi dub e bulboso su Giove, rarefatto ed orizzontale Saturno. Paradiso riesce a trovare un equilibrio elegante e mutevole, avvenni tzigani, voci dallo spazio come nell’eterea e raggelante Stelle Fisse (che toglie tutto, lasciando solo Francesca Amati e tensione), cromatismi in nero. È un disco molto libero e molto esteso Paradiso, nel quale entrare a diversi livelli ed in diversi momenti. Se amate la musica nelle forme più libere non abbiate paura, qui c’è elevazione e trascendenza, tanto che a tratti mi ha ricordato un disco che fece parecchio scalpore alla sua uscita per una piccola e brillante etichetta di Chicago. Quel disco era Age di Daniel Givens, ripescatelo ed intanto tuffatevi cercando le diverse strade per il paradiso. l’importante è il percorso e la colonna sonora, non il traguardo, come sempre.