Bologna Violenta – Il Nuovissimo Mondo (Bar La Muerte, 2010)

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Fa piacere sentire che Nicola Manzan, in arte Bologna Violenta, nonostante le illustri collaborazioni con "i piani alti e glamorous del Palazzo" (come ammicca testualmente la bio di accompagnamento) sia decisamente un metallaro. Un metallaro nel senso più sublime e puro del termine. Ma questo non basta a renderlo beato. Nonostante la pretestuosità del progetto, che concettualmente si abbevera tanto ai poliziotteschi quanto al documentarismo Mondo Cane, il disco di per se' è una versione thrash-death anni 80/90 di Genghis Tron e Dance Club Massacre. Accompagnato da un corollario di cut-up ispirati, con feroce cinismo, ai film-documentario anni 60' sopra citati, ma che mal si amalgama con il grind digitale del suono. Vagamente simile nei postulati, ma molto più riuscito negli intenti era il Palora Di Boscauz del palermitano Mezz Gacano, meno iconoclasta e presuntuoso, e con più fantasia. Stesso discorso varrebbe paragonandolo allo "sci-fi grind ‘n'roll" degli Inferno. Insomma il disco in se' non è brutto, ma rimanendo a metà strada tra il divertissement e il concept non riesce ad esprimere formalmente tutto il disprezzo e il disincanto che vorrebbe. Non quanto i Cripple Bastards, tanto per citare qualcun altro che sa quel che fa.