Beurre – Oxt to Anyone (Humus, 2023)

Terzetto all’esordio questo dei Beurre, anche se composto da elementi che da anni macinano la scena elvetica, proveniendo da progetti come Film2, Elio Ricca, Flying Raclettes e Louis Jucker. Il suono è teso e livido, sporco, quasi a trasmettere ancora l’odore della cantina dove è germogliato. Straziante come il suono della disperazione deve essere va a cogliere elementi all’incrocio fra la forza bruta del noise e l’oscurità del metal, schiacciando il proprio suono in una sorta di catatonica oscurità. Quando il minutaggio si allunga, come nella magica Ways le atmosfere si fanno maggiormente oscure e liriche, con sfiati di synth a favor di tenebre ed un’attenzione ad una dinamica potente, tanto da trascinarci sopra ad un oscuro mare in tempesta. Botte sardoniche in Osiris, dove sembra di vedere le ghigna dei nostri mentre tengono le fila delle nostre teste in un orchestrato headbanging, poi una 2300 (codice postale di La Chaux de Fonds nella quale in suono va a sprazzi, quasi venisse digerito per più volte dallo splendido esemplare di mucca ornata nella copertina, che solo dopo la quarta camera del loro stomaco permette all’incendio di divampare completamente. Poi un ultimo assalto prima della fine, con un altro locus amoenus numerico, questa volta riconducibile a Willisau, perfetto incrocio fra sgangheratezze noie e potenza metallica. Il finale spetta invece a Mausi, 13:03 minuti nei quali si trattiene la furia fino a. giungere dopo circa tre minuti alla potenza corretta per macinare tutto quanto si trovi avanti a loro, lasciando solo le macerie. Una vera e propria botta di vita, da assumere al posto del caffè al mattino, ne garantisco il medesimo effetto!