Beabadoobee – Beatopia (Dirty Hit, 2022)

Nata nel 2000 nelle Filippine, trasferitasi a Londra all’età di 3 anni.
Studia il violino per 7 anni e riceve la prima chitarra all’età di 17 anni. A 22 ha inciso due ep e due album, mga binibini at ginoo, Beatrice Lauss aka Beabadoobee.
Beatopia è il suo secondo album e segue Fake it Flowers di due anni fa, uscito in piena pandemia e quindi rimasto giocoforza tronco. Entrambi sono usciti per la Dirty Hit, etichetta inglese fondata fra gli altri da Ugo Ehiogu, ex calciatore di Aston Villa e Middlesbrough, dipartito 5 anni fa per un arresto cardiaco.
Beabadoobee mi è arrivata leggendo una dichiarazione a riguardo di Stephen Malkmus (a cui ha dedicato un brano, contenuto in Space Cadet, EPep del 2019), mentre al mondo a quanto pare si è mostrata tramite Powfu, rapper canadese che l’ha campionata in Death bed (coffee for your head) agiungendoci grooe drogato e slackness. Che dire? Ha immaginario, stile, sostanza e carattere. Sentiti uno dopo l’altro i suoi lavori seguono la crescita esponenziale di chi inizia a suonare in camaeretta, poi in uno studiolo, poi trova qualcuno che investa su di lei e provi a fare la propria occupazione principale di quella che è ovviamente la sua ragione di vita.
In Beatopia convivono molti mondi, dall’indie rock, alla bossa nova, al folk, da Liz Phair a Corinne Bailey Rae, ai Pavement. Il tutto suona oltremodo fresco e caratterizzato, in grado di entrare nelle orecchie distratte del pubblico generalista e di strappare sorrisi compiaciuti da parte di chi già c’era anni fa.
Io resto beato, che le voci femminili sono la mia passione di sempre, sentirne una con cotanta personalità, buon gusto e giusti riferimenti. Attenzione, i riferimenti sono quelli in cui una 22enne si sente come un CD rotto che ripete in continuazione in Broken CD. Quando poi alza i volumi, beh, è molto più Liz Phair che Avril Lavigne, sporca il giusto, voce, groove, orecchiabilità.
È pop, è rock, è vecchio, è nuovo. Flirta con lo shoegaze in Lovesong, gioca con la bossa nova in Perfect Pair, si fa prendere la mano orchestrale in Pictures of us. Sghembature pop a due voci in Dont’t get the deal. Sembra abbia grandi vedute ed ambizioni, potrebbe piacere a grandi e piccini e forse spingere addirittura qualcuno a comprare qualche disco fisico (uscendo negli standard CD/LP/MC).
Sinceramente, che chiediamo di più?
Un piccola perla pop uptempo in compagnia di PinkPantheress, Tinkerbell Is Overrated ed un finale caramelloso..
Continua così, sporcati e gioca, che tu possa diventare uno dei riferimenti prossimi venturi, io continuerò a consigliare a tutto di ascoltarti, partendo dall’inizio.