Augenblick – Extended Topography (Skuckx, 2023)

Sassofono, clarinetto basso, chitarra. Anton Ponomarev e Li Xing si incontrano in una residenza artistica basilese e scocca qualcosa, quella reciproca curiosità e voglia di annusarsi che molti chiamano impro, altri amore ed altri ancora non riusciranno mai a capire.
Li Xing è un chitarrista di Shanghai che non tira idietro ne dita ne corde, servendo lanci acidi sui quali Anton si estende, senza farsi pregare. Si percepisce la mutua vicinanza, in un’ottica sonora di rilassata intensità e bonaria provocazione. A tratti potremmo percepire la jam session come un’infinita ode al tramonto, oppure una serenata sullo sfondo di una sala da the ridotta ad uno sfacelo dopo una battaglia. I suoni dei due strumenti rimangono perennemente in contrappunto uno dell’altro, appesantendo via via il carico, tanto che a tratti si sentono gli echi di una certa cappa metallica tra gli spernacchi di Anton e le scaglie di Li.Un pesante groove che trasforma i wah wah in bocche infernali e lo sbrodolare del sassofono in urla bestiali. Hiltalinger, il secondo brano, sin da subito sembra trasformare tutto in un gorgo buio e scuro, quasi come se fosse il risveglio di qualcosa di immane dopo un lungo letargo. Quando poi la chitarra si fa strada diventando soltanto un sibilo acuto fra le mille rifrazioni e vibrazioni c’è da che accapponarsi la pelle. Questa opera è il parto malato dopo un giorno di suono congiunto e riesce a scarnificare così il nostro essere. Non oso pensare cosa sarebbe potuto accadere insistendo in questo solco, ma di sicuro ci sarrebe stato di che fregarsi le mani. Teniamoci questa prima botta, sottolineiamo i loro nomi e siamo certi che, dovesse accadere di nuovo, saremo lì a prenderci le meritate sberle.