Aspec(t) – Waspnest (Fratto9 Under The Sky/Viande/Toxo, 2010)

aspectwaspnest

Menzionavo Weltraum e A Spirale proprio di recente a proposito delle glorie minori che meritano di essere ricordate, tenute d’occhio, coccolate e salvaguardate, il perché lo dicono i materiali e quello che esprimono in sede live. Aspec(t) riunisce giustappunto Mimmo Napolitano ovvero Sec_ dei Weltraum al synth e Mario Gabola degli A Spirale al sax e ai feedback, una joint venture ai limiti del devast(o)ante.
Volontariamente o no, dischi del genere reincarnano al meglio lo spirito di Ayler e Coleman e se gente tipo C-Spencer Yeah, John Wiese, e Aaron Dilloway non vi lasciano frigidi, questo disco potrebbe riservarvi delle belle scariche di adrenalina. Elettro-acustica? No, elettro-cution forse! Fra fruscii, impennate di sax, suoni sinistri, sghembi e dissonanze da musica concreta in camere d’acciaio, l’unica impressione è che l’unico vero Disintegration sia questo e non quello di Robert Smith. Pur non essendo immune da un’attitudine avant-jazzeuse probabilmente comune al sostrato dei due musicisti, nei tagli della registrazione, nel montaggio e negli incastri micidiali in cui si riescono ad intersecare i due emergono delle brutture così fini che sfido chiunque a dire che dietro ad un disco del genere non ci sia un lavoro sulla sintonia maturato sessione dopo sessione. Sferragliate veloci fra rumori bianchi, feedback assortiti, panpottaggio che porta il suono da un orecchio all’altro con giochi di produzione che dimostrano come Napolitano sappia far rendere i lavori di cui fa parte al meglio delle loro possibilità. Un vinile spinto a mazzate dalle psicosi e dall’incomunicabilità dei tempi da cui è generato. Mi ripeterò fino all’ossessione, ma dischi come questo dimostrano (se ce ne fosse ancora bisogno) di come la distanza fra alcune cose di grido made in usa e altre parti del globo sono completamente azzerate. Napoli come New York… maybe… uè uè!