Il cervello umano funziona tramite mappe mentali e collegamenti leggibili solo al legittimo proprietario. Quindi, ricevuta la mail di Bandcamp dell’avviso dell’uscita di Piano Trance series vol. 1: Saturn in Pisces, nuovo lavoro di Arrington de Dionyso la mia mente è andata ad Antonello Venditti ed a Ferzan Ozpetek. Saturno è entrato nei pesci (lo sarà per i prossimi tre anni circa) ed Arrington si risiede davanti ad uno strumento, (un pianoforte, più occidentale nella sua carriera a suo dire) che ha annusato e morso nella vita ma che, per un motivo o per l’altro, mai ha digerito. Fu infatti il primo strumento ad aver approcciato in tenera età, con qualche lezione sorbita, ma senza che l’approccio didattico riuscisse ad accendere la fiamma in lui. nel rapporto fra i due si percepisce la voglia, lo spogliarsi di tecnica, facezie e la dedizione al corpo ed al suono. Musica esperienziale e dionisiaca che parte da blues e ragtimes come pietre scosse da movimenti innati ed a noi non competenti. È un gioco sofferto, è mettersi in un ruolo in maniera completa senza remore ne freni. È un gioco pericoloso, dipanato in diciassette tracce ondivaghe e di sostanza, quasi una controparte terrena ed ancorata ai movimenti celesti. L’espressività e la naturalezza selvatica, da sempre cifre stilistiche del musicista di Olympia, sono ingredienti sapidi in un calderone dove Tom Waits, Igor’ Fëdorovič Stravinskij e Scott Joplin collimano con erbe e sapori in una zuppa burrosa e saporita.
Juniper Smoke and Vodka, Panther Juice and Rum ne è la summa, con otto minuti e mezzo di sarabande sonore e relative scie. Cose eleganti e commoventi escono da bozzetti di nemmeno mezzo minuto, prendete A Scrap on a Scrap on Paper. Minime, abbozzate e perfette, oppure più articolate è più lunghe. Questo disco sembra molte cose, un rito, una passeggiata, un fraseggio in libertà. Forse è questo o forse sono soltanto due entità, un pianoforte ed Arrington de Dyoniso, a parlare, giocare e combattere fra di loro.