Non mi è ben chiaro se le otto tracce che troviamo in questo CD della consultazione all’oracolo rappresentino i quesiti o i responsi, ma forse vale l’adagio secondo cui una domanda ben posta contiene in sé già la risposta. D’altra parte non sarebbe così strano, considerato che l’approccio alla materia improvvisata di Andrea Bolzoni (chitarra), Luca Pissavini (contrabbasso) e Daniele Frati (batteria), fa coincidere pensiero e azione.
Il campo è sempre quello sul quale i tre musicisti sono apprezzati interpreti, quello della libera improvvisazione rock con spirito jazz, ma Consulting The Oracle sembra mettere in luce anche altre caratteristiche, meno ovvie e ricche di possibili sviluppi. Ad ogni strumento sembra essere assegnato un ruolo ben definito: il contrabbasso dà ordine, la batteria guida i passaggi di stato, la chitarra crea e…disturba, ma grazie all’assenza di gerarchie il risultato delle varie combinazioni non è mai scontato. In genere l’approccio è parecchio rock ( si ascoltino i ritmi serrati di Consulting 1 e Consulting 4), stemperato di tanto in tanto da momenti più riflessivi; l’album procede così sia per graduale accumulo che per improvvisi cambi di ambientazione, trovando la quadratura nei brani più lunghi, dove il terzetto mette in mostra un notevole ventaglio di soluzioni. Fino a qua, tuttavia, rimaniamo in ambiti conosciuti e senza particolari sorprese. A rendere il disco qualcosa di davvero intrigante sono un pugno di pezzi di grande profondità e caratterizzati da una vena che mi verrebbe da dire narrativa: mi riferisco in particolare a Consulting 3, un riuscitissimo numero di noise-impro-jazz con la chitarra che evoca scenari cupissimi con la sezione ritmica a duettare in primo piano e la drammatica Consulting 7, che coi suoi stridori quasi industriali sconfina verso lidi inattesi, sui quali lascia un’impronta decisamente personale. Fossi io l’oracolo, suggerirei di continuare in questa direzione.