Andrea Belfi – Eternally Frozen (Maple Death, 2023)

Eternally Frozen di Andrea Belfi è un disco pienamente organico, forse proprio per la capacità del ghiaccio di conservare gli elementi naturali al suo interno nella maniera più naturale e meno invasiva a lui possibile, ibernandoli. Andrea, oltre ad occuparsi di percussioni e sintetizzatori, dirige un terzetto di ottoni formato da Robin Hayward, Henrik Munkeby Nørstebø ed Elena Kakailogu rispettivamente a tuba, trombone e corno francese. Il disco è ispirato dalle gesta del Depring Mori, leggendario pipistrello si dice in grado di attraversare i solidi confondendo i loro atomi con la sua ecolocazione.
Dipanato in cinque canoni ritmici e soffusi, con una maestria ed una tenuta di rotta che ricorda quella dei grandi capitani a spezzare i ghiacci con le loro convinzioni. Suono, vento ovunque, il cuore dei fiati che frantuma qualsiasi cosa gli si pari davanti. Sorbito per le strade montane dei miei dintorni Eternally Frozen scioglie le ali, avanzando lento ma inesorabile, verso un termine che potrebbe essere volo puro o schianto. Impossibile staccarsi dal viaggio, tanto che le svolte preventivate vengono meno ed al termine dell’ascolto ci si ritrova in piena montagna, godendo di un’inebriante libertà.
Con il finale di Golden si tempra il viaggio in forma solida, modellandolo senza mai apparire elegiaci, lasciandoci a bocca aperta per un paesaggio sonoro maestoso ed incredibile, come a ritrovarsi in un paesaggio sconosciuto.
è tempo di piazzare la bandiera, missione riuscita capitano.