Quando ho visto che il cd era uscito per la Sottomondo, senza curarmi troppo del nome del gruppo, avevo subito pensato che si trattasse di qualche progetto industriale o dark-ambientale, dato che associavo automaticamente l’etichetta/negozio ai Teatro Satanico, invece non c’è nulla di più distante di questo cd.
I Monosonik sono Giogio Ricci e Riccardo Altieri: Ricci è il fondatore degli elettroindustriali Templebeat che avevano stampato un po’ di materiale per la Submission, l’etichetta electro-industrial dell’Audioglobe, il secondo forse se lo ricorda anche qualcuno dei più giovani poiché è quel TH26 che qualche tempo fa ha dato alle stampe su Small Voices una collaborazione con Maurizio Bianchi, ma a quanto pare annovera anche comparsate insieme a T.A.C. e Limbo che dell’elettronica in italia sono nomi storici. E’ triste constatare di come il genere in Italia sia seguito poco o nulla, se non per qualche sporadico autore o per qualche incrocio indie-oriented, resta che la cosa triste è che proprio con l’elettronica alcuni nomi italiani hanno fatto breccia su etichette di livello e credo che meriterebbe che vi andaste a vedere per chi hanno inciso gente come Z_E_L_L_E, Modern Institute, Bernocchi (Soma), Metaxu ed altri. In questo caso si tratta di materiale da “icepack” e quindi di elettronica glaciale fra Pan Sonic, Alva Noto, Ikeda (ammorbidito) e roba stile Raster Noton. Mettiamo subito in chiaro che mediamente ci vogliono pochi secondi per valutare l’attualità e lo stile di un cd di genere ed i suoni sono notevoli, nulla che mi stupisca, il fatto è che sposta subito i Monosonik in “business class” distanziandoli da alcun produzioni fiacche a suon di synth anni ’80, batterie elettroniche scadenti e rifiniture in simil plastica. Stilosi i suoni, l’assemblaggio delle tracce ed al passo con molta elettronica crucca.Che dire?! Una bella sorpresa.