Monosonik – 42:728 Hours (Sottomondo, 2008)

Quando ho visto che il cd era uscito per la Sottomondo, senza curarmi troppo del nome del gruppo, avevo subito pensato che si trattasse di qualche progetto industriale o dark-ambientale, dato che associavo automaticamente l’etichetta/negozio ai Teatro Satanico, invece non c’è nulla di più distante di questo cd.
I Monosonik sono Giogio Ricci e Riccardo Altieri: Ricci è il fondatore degli elettroindustriali Templebeat che avevano stampato un po’ di materiale per la Submission, l’etichetta electro-industrial dell’Audioglobe, il secondo forse se lo ricorda anche qualcuno dei più giovani poiché è quel TH26 che qualche tempo fa ha dato alle stampe su Small Voices una collaborazione con Maurizio Bianchi, ma a quanto pare annovera anche comparsate insieme a T.A.C. e Limbo che dell’elettronica in italia sono nomi storici. E’ triste constatare di come il genere in Italia sia seguito poco o nulla, se non per qualche sporadico autore o per qualche incrocio indie-oriented, resta che la cosa triste è che proprio con l’elettronica alcuni nomi italiani hanno fatto breccia su etichette di livello e credo che meriterebbe che vi andaste a vedere per chi hanno inciso gente come Z_E_L_L_E, Modern Institute, Bernocchi (Soma), Metaxu ed altri. In questo caso si tratta di materiale da “icepack” e quindi di elettronica glaciale fra Pan Sonic, Alva Noto, Ikeda (ammorbidito) e roba stile Raster Noton. Mettiamo subito in chiaro che mediamente ci vogliono pochi secondi per valutare l’attualità e lo stile di un cd di genere ed i suoni sono notevoli, nulla che mi stupisca, il fatto è che sposta subito i Monosonik in “business class” distanziandoli da alcun produzioni fiacche a suon di synth anni ’80, batterie elettroniche scadenti e rifiniture in simil plastica. Stilosi i suoni, l’assemblaggio delle tracce ed al passo con molta elettronica crucca.Che dire?! Una bella sorpresa.