Opus Dei – S/T (Lucifer Rising/Self, 2010)

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"L''Opus Dei, fondata nel 1928, è una Prelatura personale della Chiesa Cattolica. La sua missione consiste nel diffondere il messaggio che il lavoro e le circostanze ordinarie sono occasione di incontro con Dio e di servizio agli altri, per il miglioramento della società." Questa è la definizione che l'omonimo sito dà della celebre congrega (o più appropriatamente prelatura). Ed è un particolare importante in questa circostanza, non perché stiamo recensendo il suo disco d'esordio, bensì perché il vero Opus Dei, per l'appunto,ne ha vietato la pubblicazione arrivando addirittura a ritirarne le copie già in commercio. Come direbbe qualcuno: "ma allora che ci stiamo a fare qui?" Praticamente stiamo scrivendo una lettera ad un bimbo mai nato. Spero che il buon Steve Sylvester, cinquant'anni portati magnificamente come mostrano le foto di copertina, sappia trarre buona pubblicità da questo increscioso fatto e non soltanto un indubbio danno economico. Da parte nostra, da eterni adoratori del maligno, non possiamo che mostrargli tutta la nostra solidarietà. Horns up quindi! Ma veniamo al disco. Il lavoro in sé è un pastiche gotic-pop tastieratissimo, a metà strada tra i Sister Of Mercy e i Paradise Lost con l'eyeliner. Probabilmente nella catena di Transilvania sparsi per lo stivale (ma esistono ancora?) tirerà alla grande. Il solito dark in latex pralinato confezionato per inumidire le notti delle adolescenti ormai stufe solo di Emily Strange. Non un brutto disco, inutile forse, ma non brutto. A questo punto uscirà con chissà quale nome, visto che comunque ci ha almeno insegnato che Opus Dei, non è solo un modo di dire, ma pure un copyright!