Lee Gamble – KOCH (PAN, 2014)

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Ritorno al futuro. Sarà ormai più di un mese che ascolto questo disco (alternandolo con altro, naturalmente), perchè con le sue 16 tracce ha una durata e una varietà di pezzi ovviamente impegnativa. É un doppio vinile uscito per PAN proprio in questi giorni: fondamentalmente e riducendo all’osso l’estetica musicale del lavoro, KOCH è composto da sprazzi di ambient dronici e ritmiche techno-dance che trapelano alle volte anche solo velatamente e quasi mai in modo fisico e impetuoso (se non in tre/quattro tracce) e forse questo è un po’ un peccato…
Come appena detto il tutto è costruito su suoni fluidi e bassi morbidi e compressi che vengono attraversati da droni con sviluppo spesso melodico. Sicuramente con un’ottima capacità di arrangiamento e di composizione, e la PAN come sempre non sbaglia un colpo nel scegliere i cavalli della sua scuderia (anche se già in passato Lee Gamble aveva pubblicato altro materiale per la suddetta etichetta). Ma sono forse i suoni la cosa più interessante di questo lavoro: fin dai primi ascolti forti richiami agli anni ’90 avevano attraversato la mia testa, per poi averne conferma con i ripetuti ascolti. Ma Lee Gamble è proprio bravo in quest’arte, ovvero quella di riprendere quel sound di synth e ritmiche (ormai preistoriche se ascoltate in certi contesti) e renderle moderne e attuali, creando così un nuovo sound, capace di guardare al futuro utilizzando un suono del passato. Il prossimo disco potrebbe essere un capolavoro.