The Imagination Liberation Front Thinks Again è un disco dalla storia complessa. Uscito solo in digitale e attualmente reperibile su www.post-consumer.com, era originariamente destinato al formato cd, poi qualcosa si è perso per strada, i tempi si sono allungati, tanto che nel frattempo Tsigoti hanno registrato materiale per un altro disco ancora (che, probabilmente, al momento in cui scrivo dovrebbe già essere fuori) finendo per rimanere imbrigliato nel virtuale mondo della rete. E proprio su post-consumer trovo questa bella e calzante definizione di Tsigoti: “anarcho blues lullaby noise free jazz avant circus punk band”. Se sul circus non posso pronunciarmi, che immagino sia una dimensione più consona al live, per il resto ci siamo su tutti i fronti. Le coordinate che continuano a suonarmi nella testa sono quelle che già citai ai tempi del primo disco: David Thomas e Pere Ubu, rock in opposition, Dead Kennedys, The Ex eccetera. Thollem McDonas al piano, tra l’altro con un suo personalissimo stile, e alla voce dirige ancora una volta la banda che lo segue entusiasta e carichissima nelle sue crude invettive, amare e disincantate, tanto semplici quanto dirette, tra sfuriate punk, ragtime, jazz, cabaret. Come detto ai tempi della recensione di Private Poverty Speaks To The People Of The Party, Tsigoti sanno trasmettere un’urgenza ed un’essenzialità rarissime di questi tempi e forse The Imagination Liberation Front Thinks Again si spinge ancora più in là in fatto di messa a fuoco e coerenza, e se anche alla fine i brani sono diciassette, sembrano comunque troppo pochi. Un ritorno in grande stile e adesso aspettiamo il seguito. God save Tsigoti.