The Mauskovic Dance Band – Bukaroo Bank (Les Disques Bongo Joe, 2022)

È tornata la ballotta Mauskovic Dance Band, 3 anni dopo il loro omonimo esordio. Che dire? C’è un bel mix in queste tracce, com’è giusto che sia proveniendo da quel crogiuolo che è Amsterdam. Cumbia, Dub, Post punk, Disco, Afro Beat…ritmi, scattanti, di diversa temperatura ed intensità. Le linee vocali ed i tono sono bianchi, bianchissimi, a creare un’unione composita con il caldo ed il legno che riesce a farsi facilmente torrida, vedasi Face. Poi sembrano far partire i dischi volanti fino in Jamaica, che Lee Scratch Perry del resto era di base in Svizzera, così come l’etichetta che supervisiona il tutto, la ginevrina Bongo Joe Records. Flautini, percussioni, la sensazione che le vibrazioni ed i beats stiano tornando ad una primigenica natura gommata, colorata e plastica. L’utilizzo della lingua olandese accentua ancora di più la sensazione di straniamento, per un viaggio in quella che, letteralmenteBukaroo Bank, sarebbe la banca del mandriano, ma che a conti fatti è più un’opera di collegamento tra i possedimenti dei bovari. Antille, Jamaica, i mari del sud, la Colombia, ovunque ci siano culi da muovere e viscere da lenire con torcibudella colorati, poca strumentazione, zero fronzoli, un mondo artigianale di fantasia. I fratelli Mauskovic dirigono una carovana dub con polso dinoccolato ma sicuro. A chiudere il viaggio un brano titolato Slow Crack, roba pesante, collosa e potente, esattamente come questo disco trovandosi nella giusta predisposizione. Può causare dipendenza o sonnolenza, tenere lontani i bambini.