The Martha’s Vineyard Ferries – Mass. Grave (Africantape, 2013)

Ferries

Da una battuta tra amici nasce il nome di questo trio formatosi quasi per caso e composto per i due terzi da chi negli anni novanta ha già dato tutto, musicalmente parlando. Ed eccolo, quindi, un suono che possiede nel suo dna l’indie rock di quegli anni, che tanti ventenni oggi provano a replicare, come per tenerlo in vita (mi ha fatto un certo effetto leggere che la cantante degli Speedy Ortiz suonava in una cover band dei Pavement). Recente poi è stata pure la sorpresa Golden Gurls su queste pagine. Il progetto Martha’s Vineyard Ferries nasce da Elisha Wiesner (Kahoots), Bob Weston (Shellac, Volcano Suns) e naturalmente l’onnipresente Chris Brokaw: questi ultimi due amici dal lontano 1991, quando Weston curava la registrazione dei Codeine in un club di Boston.
I Ferries (e con un nome così non potevano non piacermi) provano, dopo un Ep di tre anni fa (In The Pond), a mettere insieme con Mass. Grave la melodia con i Minor Threat (Look Up, She’s A Fucking Angel, Blonde On Blood), i Codeine con i Sebadoh (One White Swan) in un suono cristallizzato nel tempo e impermeabile ad ogni trend pitchforkiano (tanto che Pitchfork manco li considera degni di menzione nelle sue recensioni). Sette Ispiratissime piccole gemme in venti minuti di musica, racchiuse in un disco minore, nato appunto per scherzo.