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Nole Plastique – Escaperhead (Nexsound, 2008)

Altra uscita per l'etichetta "pop" di Andrei Kiritchenko, la terza per essere precisi e la prima ad essere davvero interessante per le mie orecchie: il buon Andrei forse ha preso la retta via, ma era cosa molto probabile data la qualità della sua produzione personale… Questi Nole Plastique sono una coppia di fricchettoni russi dichiarati che dopo un po' di produzioni strumentali si dedicano a qualcosa di più vicino alla canzone, tirando fuori una decina di pezzi dilatati e fuori fuoco a base di melodie sognanti e richiami al "flower power".

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Gretel E Hansel – Follow The Porcupine (Madcap, 2008)

Niente strega cattiva, niente casetta di marzapane, niente di tutto ciò: l'unica favola che troviamo nell'album di Gretel E Hansel è quella campionata o recitata all'inizio della prima traccia. Folk lo-fi come al solito? Più o meno nì, nel senso che il cantato scazzato e svaccato è quello di molti altri dischi Madcap: le melodie sghembe sono sempre le stesse ed anche gli arrangiamenti ben fatti e vagamente Beatlesiani meets Barrettiani o chi ad essi si ispira sono sempre quelli quelli di altri musicisti dell'etichetta del nord-est.

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No Sound – Lightdark (Burning Shed, 2008)

Partito nel 2002 come progetto solista di Giancarlo Erra, No Sound si è presto evoluto in una band a tutti gli effetti. Lightdark è il secondo disco ufficiale di questa formazione che in molti passaggi ricorda gli Archive, quindi melodia e tappeti di tastiere, e di conseguenza i Pink Floyd: riferimenti più che espliciti per un suono curato e privo di asperità, debitore in fondo tanto dell’ambient quanto del progressive.

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Radar Bros – Auditorium (Merge, 2008)

Dopo la mezza delusione di The Fallen Leaf Pages (che era tutt'altro che un disco brutto) torna un invecchiato Jim Putnam e tornano i Radar Bros, tra i gruppi migliori della scena slo core dal '93 ad oggi (in compagnia di Idaho, Red House Painters e Low), senza però che siano mai riusciti a raccogliere in pieno i frutti di ciò che hanno seminato (ad esempio il fatto di saper guardare ai Pink Floyd  rimaneggiando placide strutture folk legate alla tradizione americana). Il mondo cambia, e loro si ostinano in un immobilismo che anche il fan più incallito (come il sottoscritto) arriva a non reggere più.

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