Gianluca Becuzzi AKA Kinetix: Out Of The Limbo

Anche Gianluca Becuzzi/Kinetix, come altri di cui abbiamo parlato in precedenza, muovendosi spesso senza il supporto delle riviste specializzate (soprattutto agli inizi), nel corso degli anni si è guadagnato una buona credibilità fatta disco dopo disco… "brick by brick" come avrebbe detto quel tizio. Qualcuno se lo ricorderà impegnato nei Limbo o lo associerà in automatico al rigore ed alla "freddezza" dei dischi solisti come Kinetix, ma visti i risultati melodici ottenuti nelle recenti collaborazioni con Fabio Orsi, direi che sia nuovamente tempo di cambiare le carte in tavola e di pensare che non si tratti solo ed esclusivamente di "sound art" o di elettronica "difficile". Oltre ad essere stato stampato a più riprese dalla Small Voices, in duo con Orsi questo toscano è approdato oltreoceano sull'americanissima Digitalis (http://www.digitalisindustries.com) che in catalogo ha gente come Volcano The Bear e Cristina Carter (per altro, non paga di avere due italiani in catalogo, pare essersi lanciata a pesce nella stampa del trio che coinvolge Hue, Maurizio Bianchi e Fhievel). Come avrete modo di leggere nell’intervista, Becuzzi sembra più che mai attivo essendo oltretutto coinvolto in prima persona nell'organizzazione del festival Piombino eXperimenta (http://www.piombinoexperimenta.it). Per tutto il resto credo che le parole di Gianluca ed i suoi dischi siano molto più espliciti di qualsiasi ulteriore tentativo di inquadramento, mi limiterei semplicemente ad aggiungere che si tratti più che mai di "elettronica ad ampio raggio".

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Appleyard College – Look at Me (Cold Current, 2007)

Tanto per cominciare, parlando di nuove "indie che crescono" direi che la Cold Current per gusto, eterogenia e fegato si meriti un posto al sole, un po' perché sta mantenendo un profilo decisamente alto e poi anche per la politica editoriale che in una palude di staticità e di nicchie chiuse come "casa (cosa?) nostra" ha del commovente. Pensate a Macelleria Mobile Di Mezzanotte, Vanessa Van Basten, Maurizio Bianchi + Telepherique e questo Appleyard College, se non si può parlare di 360° poco ci manca.

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Hue – Live At Lab 12 Part 2: Hue Playing Other People (Sparkling Sodality/Sinewaves, 2007)

Se avete dato un'occhiata all'intervista che gli abbiamo fatto qualche tempo fa avrete capito che Matteo Uggeri in arte Hue pur avendo avuto icone giovanili come Maurizio Bianchi se ne è distaccato parecchio musicalmente forse l'unico tratto in comune con il suo più maturo concittadino è la prolificità. Ero rimasto piacevolmente colpito da Un'Estate Senza Pioggia ma per quanto la produzione forse fosse migliore di questo Live At Lab 12 in realtà la web release è decisamente superiore.

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Maurizio Bianchi & TH26 – Arkaeo Planum (SmallVoices, 2006)

Ragazzi miei, mentre Maurizio Bianchi ce la sta mettendo tutta per raggiungere Merzbow per quantità (e qualità) di uscite, ecco qui un disco uscito giusto qualche tempo fa. Il "quality trademark" di Bianchi un po' si sente in quasi tutte le sue collaborazioni però non si può dire che sia altresì duttile e malleabile ed Arkaeo Planum ne è la riprova.

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