Se avete dato un’occhiata all’intervista che gli abbiamo fatto qualche tempo fa avrete capito che Matteo Uggeri in arte Hue pur avendo avuto icone giovanili come Maurizio Bianchi se ne è distaccato parecchio musicalmente forse l’unico tratto in comune con il suo più maturo concittadino è la prolificità. Ero rimasto piacevolmente colpito da Un’Estate Senza Pioggia ma per quanto la produzione forse fosse migliore di questo Live At Lab 12 in realtà la web release è decisamente superiore. Potrei quasi azzardare che Hue stia alle field recordings melodiche tanto come Punck lo stia all’elettronica minimale ma a suo modo “desolante”. Non elettronica “post rockesca” più vicina agli Sparkle In Grey ma texture composte da field recording e da ritmiche minimali colorate con delle melodie semplicissime ed uno spruzzo di elettronica qualcosa situato in mezo fra Kranky, 12K fino a delizie orientali da Flop. Semplicità è la parola d’ordine tanto che Uggeri non lascia andare nessun suono senza prima averlo sviluppato per bene e quindi anche l’effetto da loop continuo ogni tanto è da mettere in conto. Un suono a tratti melodico ed a tratti ipnotico comunque molto suggestivo, ben proporzionato e fine, tanto da piacere anche a quel fichetto di De Waar e sebbene l’ultima sia una battuta in realtà inquadra perfettamente la natura del disco che si trova a metà strada fra i field works che l’olandese ha sponsorizzato con Korm Plastic e l’elettronica minimale giapponese che ha fato la fortuna di gente come Sawaco. Gran bel lavoro.
Hue – Live At Lab 12 Part 2: Hue Playing Other People (Sparkling Sodality/Sinewaves, 2007)
