Dyskinesia/Corpoparassita – S/T (Frohike, 2010)

Esteticamente il disco si presenta come uno di quei lavori che vi piacerebbe avere anche solo per la veste grafica: infatti si tratta di un sacchetto in tessuto serigrafato che contiene una composizione di carta rigida con effetto simil-cemento, incollata su un pezzo di sughero a cui è fissato il CD stampato e chiuso da una fascetta in carta porosa su cui sono riportate le informazioni inerenti al disco.

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Echran – In Offret (A Silent Place/MGF, 2010)

Quasi non ci speravo più in questo disco, la data del mastering di Ielasi reca 2007, quindi direi che si tratta di un parto lungo e sofferto, nonostante ciò mi sento di dire che il disco è invecchiato molto bene. Gli Echran erano già stati autori di un pregevole debutto su Small Voices in collaborazione con la defunta Ebria e per il sottoscritto si era trattato di un ottimo esordio con tutte le prerogative per svilupparsi al meglio, quindi mi domandavo se avrebbero bissato l'ottimo risultato. I suoni e le idee pur essendo simili a quelli del lavoro d'esordio sono (o forse farei meglio a dire "erano") messi a fuoco e le idee più chiare, anche se non si tratta di una riedizione riveduta e corretta del primo lavoro.

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Tor Lundvall: la melodia che viene dal ghiaccio

Tor Lundvall è un nome che nell'ambito elettronico/ambient non è notissimo, ma senz'altro chi viene in contatto con la sua musica nota sempre qualcosa di speciale: l'uso della voce come uno strumento, ma soprattutto un gusto straordinario nel comporre quadri (non a caso è anche un pittore) melodici, rarefatti, cristallini e perfetti; nello scambio qui sotto anche dal punto di vista umano Tor si presenta come una bella scoperta.

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Maximum Awesome – S/T (Sabbatical, 2007)

Ho dato un’ascoltata veloce alla maggior parte dei lavori di quest’etichetta e bene o male, oltre che un’estetica base nel packaging di ogni disco, direi che c’è anche una sorta di trait d’union che lega la maggioranza dei materiali recuperati dalla Sabbatical, infatti si tratta prevalentemente di dischi ad altro potenziale freak. Nel caso dei Maximum Awesome il taglio del lavoro è decisamente più minimal elettronico anche se comunque volutamente ripetitivo ed ossessivo, in senso psichedelico più che in modo industrial-fastidioso.

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