Stefano De Ponti – Malagrazia_________ Landfall (Luce Sia, 2018)

Dell’omonimo spettacolo Malagrazia di Phoebe Zeitgeist (ideazione e regia di Giuseppe Isgrò) metabolizziamo la colonna sonora o sarebbe più corretto dire la sonorizzazione: considerando l’inclusione di diverse parti recitate della piece, probabilmente fissate in presa diretta. Il prodotto è interessante e, seppure inevitabimente disincarnato dallo show, ci restituisce un’atmosfera ricca di suggestioni sospese a metà strada tra il gate di un aeroposto internazionale e il delirio di una stanza imbottita. La narrazione, di per sé, possiamo soltanto immaginarla, lasciandoci guidare piuttosto dagli incessanti pattern metallici e disturbanti che ammantano il nostro “palcoscenico virtuale”. Un lavoro tutto sommato complesso, ma affascinante, con tracce anche di oltre venti minuti che si dipanano in conflitti interiori (e fisici) tra i personaggi della storia. Stefano De Ponti non si risparmia in nulla e utilizza tanto strumenti classici quanto la power elettronica più intransigente e pungente. Un disco che sicuramente necessita di molti ascolti per essere compenetrato e capito. Da approfondire.