Punch – They Don’t Have To Believe (Deathwish, 2014)

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Spazzate via ogni tentazione di Summer of Love. Niente hippie, niente amore fraterno, niente sogni borghesi arcobaleno. La San Francisco dei Punch suona dura quanto l’hardcore più tagliente, martellante quanto i testi più militanti e feroci. Se cercate un suono diretto e sferragliante, proprio come il nome della band californiana, segnate sull’agenda questo They dont’ have to believe, uscito pochi mesi fa su Deathwish.
Diciannove minuti di veganesimo, femminismo e powerviolence che vi pettineranno e faranno la barba al vostro lettore mp3, da mesi impaludatosi sulle ultime porcherie di Grimes. Velocità, impatto, un batterista impazzito e molti componenti in comune con i Loma Prieta (andate a ripescare qualche loro disco) guidati dalla follia vocale di Meghan O’Neil, cantante congedatasi dalla band poco dopo l’uscita di questo disco il cui titolo trae spunto da una citazione di  Kathleen Hanna delle Bikini Kill e trasuda militanza e assenza di compromesso in ogni sua parte. Scandito dal rintocco sinistro di un suono che macina youth crew, powerviolence, riottt-grrrll, in un vincente mix che vi stordirà mentre, diligenti, andate a leggere tutti curiosi in testi nell’inserto del vinile giallo che sta ruotando a 33 giri (anche se sembrano 78) su vostro piatto.