Nicola Manzan – Nikolaj Kulikov ( 3x MC, Dischi Bervisti 2022)

Nikolaj Kulikov è una punta estone di 17 anni, di discrete prospettive.
Nikolaj Kulikov è un pallamanista russo mio coetaneo, della medesima mia altezza.
Nikolaj Kulikov è un sessantacinquenne allenatore di Hockey giovanile russo.

“Nikolaj Kulikov è un militare russo che durante gli anni ’70 era stato uno dei prescelti dell’Armata Rossa per intraprendere un percorso di addestramento tra terra e spazio volto a creare un sistema di difesa simile a quello che negli Stati Uniti, nel decennio successivo, sarebbe stato chiamato “Scudo Spaziale”.”

Nikolaj Kulikov è l’attore che si muove tra i fili del nuovo disco Nicola Manzan, già onosciuto come Bologna Violenta. All’incirca 14 anni fa suonavo in un gruppo, Nufenen, che ad un certo punto ebbe l’opportunità di incidere uno split per A Beard of Snails, una splendida etichetta danese. In quel mentre avemmo l’opportunità di suonare un concerto al CSOA Il Molino di Lugano, concerto (e split, credo) per il quale provammo a contattare due artisti, di quelli storti e macilenti come piacevano a noi. Prima Scänners, alias di Manu Magnini, poi Bologna Violenta appunto. Ci trovammo accoppiati con una splendida entità embrionica del nord-est, i Cherry Creepage, ma questa è un’altra storia.
Un storia come quello di Nikolak Kulikov appunto, reo trasportatore di note ora lievi ed ora gravi, come quelle di Departure, entrata in materia di pura atmosfera, che si dipana come un cortometraggio per calarsi in un ambiente sovietico e romantico. Cosmic Training ha ritmo lento e cadenzato come un liscio della steppa, sembra quasi una trenodia, lamentosa ed impaziente come può essere solo chi vuole lasciare il nostro pianeta. In queste transizioni su grigi chilometri spaziali i disturbi e le interferenze, come spesso accade, lasciano i graffi migliori, come in una Space Theory che sembra essere spurgo impazzito in ebollizione. Avanzando nel viaggio sento, forte, l’esperienza di Torso Virile Colossale come molla per esprimere una grandeur che non conoscevo in Nicola, che ricordavo permeato di sberle -core e mazzuolate cinematografiche. Si vola alto, con concetti come massa e peso dei brani che si confondono fra piani di realtà e cali di tensione. Viene in mente Ligeti, viene in mente Penderecki, viene in mente Donaggio.
Ma c’è molto di Manzan fra queste righe, c’è onesta nella rappresentazione, uno svelare strato dopo strato quelle che sono state le manie del genere umano: la superiorità, la conquista, l’ignoto. Temi complicati da gestire senza finire in barzelletta, e qui la tensione resiste brano dopo brano, senza tregua, sempre più in quota.

Nikolaj Kulikov è un disco che dona umanità alla tracotanza e viceversa, svelando il nocciolo umano all’interno della cellula.

Николай Кульников это диск, который придает человечеству гордыню и наоборот, раскрывая человеческое ядро ​​внутри клетки.