Gli Imperdibili – Vado A Vivere Da Solo (Autoprodotto, 2014)

“Scusa Diego ma a volte mi interrogo sui tuoi gusti”. Forse ha ragione Andrea: ascolto musica di merda. Non mi piacciono i Led Zeppelin, i Beatles mi annoiano e i Guns mi fanno letteralmente cagare, ma poi grido al miracolo se salta fuori una band di scappati di casa come gli Imperdibili. Lo so, stento a crederci persino io, ma non mi va di raccontare palle soltanto per darmi un tono. La musica, dal mio modesto punto di vista, è sempre stata una questione di cuore più che di testa. E se un disco mi piace lo dico e lo scrivo senza problemi. Certo l’EP Vado A Vivere Da Solo (titolo da 10 e lode) – 8 pezzi in 18 minuti (ma soltanto perché la title track ne dura più di 3) – non è certo un capolavoro o un album epocale; belin fin lì ci arrivo persino io. Però quando sono partite le prima note I.m.p.e.r.d.i.b.i.l.i, una cover italianizzata di R.a.m.o.n.e.s. e soprattutto de La Sua Maglietta Kina (titolo e geniale e testo stupendo pieno zeppo di citazioni in rima baciata) ho fatto un salto sul divano. Ok, siamo in pieno revival punk-rock anni novanta e vent’anni fa di dischi come questo (o anche meglio, siamo sinceri) ne abbiamo sentiti a pacchi (almeno parlo per me, anche se personalmente ho iniziato ad ascoltare sta roba un po’ in ritardo, diciamo nel ‘98). Però bisogna anche un po’ contestualizzare e capire come è nato questo gruppo. Se ci andiamo a leggere la presentazione che Mike, John e Paul fanno degli Imperdibili sulla loro pagine bandcamp, per esempio, capiamo subito che questo progetto, nato un po’ per caso e un po’ di getto alcuni mesi fa, ha come unico obiettivo quello di suonare musica divertente, senza prendersi troppo sul serio. Stiamo parlando di tre trentenni (belin che bella cacofonia) che hanno deciso di scrivere una manciata di pezzi per farsi quattro risate, nello stile delle band che ascoltavano da adolescenti (Ignoranti, Derozer, Impossibili, Fichissimi ma anche Ramones, Queers e Screeching Weasel). Canzoni d’amore, filastrocche a mille all’ora e ballatone punk-rock (Silvia Si Sposa e Rimetti La Canzone Nello Stereo, tanto per fare due esempi) che rappresentano una perfetta e consapevole operazione nostalgia. Roba spassosa e piacevole, insomma, con testi che a volte rasentano il genio (vedi la già citata La Sua Maglietta Kina, che regala perle come “lei non è una rocker dura/come le altre mie morose/non ascolta i Dimmu Borgir/ma c’ha i dischi dei Derozer” o “quando mi guarda passano tutti i mali/sento già i Razzi Totali/nella testa e questa sera/c’è il concerto dei Frontiera”). I pezzi sono praticamente tutti costruiti sulle melodie vocali, come vuole il genere, tanto che le canzoni degli Imperdibili sembrano cover degli 883 suonate dai Queers. E se i mitici Ignoranti veneravano Winona Ryder, i nostri nuovi eroi ci vanno sotto con la bella Rooney Mara, che si merita anche il titolo di una delle otto canzoni di questo EP. Insomma se rimpiangete il caro vecchio punk anni novanta cantato in italiano (che molti miei amici definiscono una delle pagine più buie della nostra storia musicale, mentre io ci vado a bagno ancora oggi) allora gli Imperdibili sono la band che realizzerà i vostri sogni bagnati e più reconditi. Tutti gli altri, invece, lascino perdere e tornino pure a spaccarsi il cazzo coi Radiohead, il post-rock e le canzoni che durano più di 3 minuti.