Gavin Bryars, Sergio Sorrentino – Gavin Bryars: Electric Guitar Works (Suoni Possibili, 2022)

Suoni Possibili, ci risiamo. Questa volta Sergio Sorrentino si accompagna nelle sue scorribande a Gavin Bryars, giostrando con il suo repertorio in tre brani dinamici ed umbratili, per la prima volta su disco dopo diverse serate uno ad accompagnare l’altro (due brani su tre sono stati registrati nell’edizione 2018 del festival Agelica). Catalogue fu scritta quasi 60 anni fa da Gavin per Derek Bailey e questa sembra essere la sua prima registrazione. Sospesa fra piano e chitarra, si allunga come una lenta macchia d’olio nel quale come piccole schegge impazzite si ergono spunti e  cerchi concentrici. Par di vedere delle miniature che prendono forma da queste note e danzano, tanto è il lirismo che aleggia nelle cuffie. Nel secondo brano, Burroughs II, Sergio viaggia con circospezione e basso ritmo sulle arie sulla sinfonia pensata da Gavin per chitarre multiple. Ci sono contrappunti e velocità sostenute con cautela e la giusta enfasi ad una tensione latente, lontana ma segnalata dalla direzione della chitarra di Sorrentino. Una volta fermato ci si trova lì, sul ponte dove, Ricketty Racketty, razzola lo scoiattolo. Brano storico e storto, dove il baldanzoso disequilibrio fra corpi e corde porta ad un incedere maldestro, tracollante e perfetto nel non cadere mai. Sarebbe terreno fertile per una voce tormentata come quella di un Al Johnson per dire, rimane in questo caso semplicemente l’ennesima dimostrazione del fascino dell’imperfezione e dei corpi, dell’imperfezione dei corpi.

Suoni Possibili si riconferma realtà brillante, dotata di acume e buon gusto.

Avanti tutta.