dUASsEMIcOLCHEIASiNVERTIDAS – 4 (Eclectic Polpo, 2012)

dUASsEMIcOLCHEIASiNVERTIDAS

E’ una grande sorpresa l’ascolto di questo entusiasmante combo portoghese dall’impossibile nome di dUASsEMIcOLCHEIASiNVERTIDAS (si, so cosa significa, qualche anima buona mi ha spiegato, in ogni caso non è difficile scoprirlo). 4 è un concentrato adrenalinico di jazz core, funk, free e art rock che difficilmente lascerà intatte le vostre orecchie. L’iniziale 33 Anos Sem Dormir è un buon inizio: contorsioni di sax, basso devoluto, chitarre acide, ma è dalla successiva Amargana che il gruppo preme veramente sull’acceleratore per non fermarsi più. E’ questo pezzo una sorta di score da b-movie guidato dai sax che divampa improvvisamente e si frantuma contro qualcosa che assomiglia ad un riff industrial-metal per poi crescere ancora, sempre con quel sax fantastico e un incrocio strumentale semplicemente perfetto tra chitarre acide e progressive, ritmiche possedute, tastiere da assenza di gravità: 4 minuti e 21 secondi di terremoto. Quindi Corta Unhas: chitarre dissonanti, tastiere ludiche, basso frantumato, vetri rotti, uno scherzo di un paio di minuti prima di passare a Encephalia Espongiforme, dove il suono torna alle coordinate di Amargana: un altro epocale crescendo di fiati, groove di basso e batteria assassino, strambe chitarre acide, stacchi free rotti da improvvisi break noise. E poi ancora le escrudescenze di Feng Chui, fiati e chitarre pesanti, stacchi matematici: forse il pezzo più rock e standard del lotto, che rimane comunque un gran sentire. Al contrario Nacho Vidal sembra essere invece il pezzo più free, tutto un gioco di distorsioni di sottofondo e ottoni e flauti che si incrociano psichedelici sopra un letto di rumore e all’improvviso, nel finale, un assurdo cambio demenziale in stile Skin Graft. A concludere il disco ci sono i 21 e passa minti di Movimento que Vai e Vem de um Ponto a Outro, praticamente una durata pari al resto del disco, dove la musica, più vicina alla forma dell’improvvisazione, ha le sembianze di una lunga jam dilatata tra scorie di rumore, ritmi che si rompono poco dopo essere stati accennati per poi trasformarsi in lunghe cavalcate percussive e quindi tornare a sfilacciarsi e frantumarsi, mentre le chitarre costruiscono muri di noise come mai nel resto del disco, per infine lasciare al sax l’onere di chiudere questo tour de force sonoro con uno spiazzante e malinconico solo free. Non so quanta visibilità possano avere questi dUASsEMIcOLCHEIASiNVERTIDAS, certo è che 4 è un disco che varrebbe la pena cercare e fare proprio. Ascoltateli qui http://duassemicolcheiasinvertidas.bandcamp.com/ e passate parola!