Drama Emperor – Ep (Anomolo, 2010)

L’anomolo si fa risentire, e nuovamente con una produzione di buona qualità (non del tutto riusciti livelli e trattamenti di voci e tastiere… ma a ben vedere sono “difetti” che contribuiscono all’impronta retrò dell’uscita: questa roba andrebbe spacciata in cassetta, altro che ciddì!) per cinque tracce che oscillano tra wave-digranmoda (drum machine circa Wax Trax 1980, bassi rotondi e sempre corposi, chitarre che nei momenti più felici puntano in direzione shoegaze) e wave-nonancoraritornatacosìinvoga (goth? Alien Sex Fiend con tastiere moroderiane? Addirittura una spruzzatina di Neon!). Quarto (soprattutto) e quinto pezzo valgono il prezzo del biglietto (oops… il disco è scaricabile gratuitamente): ritmiche più dirette e sostenute, soluzioni melodiche più riuscite, tastiere che meglio trattengono l’invadenza kitsch. Per un attimo, mi fanno sognare una versione Pankow dei Blank Dogs… Grande neo, peraltro facilmente ovviabile, la presentazione del gruppo nel flyer che accompagna il cd: “I Drama Emperor sono una metamorfosi congenita…”, “…è l’estratto, in sintesi, di tutte le emozioni che (…) sono capaci di riversare fuori, verso chiunque sia in grado di coglierle”, tutta una retorica artistoide casareccia (anche questa, figlia degli ’80: che tenerezza) che davvero mal dispone all’ascolto. Lasciate perdere ‘ste cazzate: avete i numeri per farci muover le chiappe, la testa seguirà a ruota.